Nella sala reale del museo più bello del mondo , quello di Capodimonte nella conferenza del nuovo mister azzurro Rudy Garcia si prende la scena lui , il deus ex macchina del Napoli. Il patron azzurro prende quasi sempre la parole anche perché continue sono le domande su come ha conosciuto Garcia , su Osimhen e sul futuro del calcio Ecco la conferenza integrale di DeLa durante la presentazione come nuovo allenatore del Napoli di Garcia
Prende parola De Laurentiis:
“Ringrazio il direttore per averci ospitati in questo posto regale. Stabiliamo un augurio di continuazione perché il Napoli, in maniera regale, grazie anche al nuovo allenatore, possa procedere negli anni a venire e nella prossima stagione”.
DeLa , che obiettivo s’è posto?
“Lo Scudetto è stato un inizio, almeno mi auguro. Finalmente ce l’abbiamo fatta. Speriamo che non sia un caso, ma l’inizio di un percorso che una città come Napoli merita. Il nostro obiettivo è di provare a ripeterci. Poi tu sei arrivato in finale… semifinale? (Garcia lo corregge, ndr). Speriamo… guarda (rivolto al giornalista, ndr) non voglio essere presuntuoso, ti basterebbe arrivare in finale? Io ci metterei la firma”.
Come ha scelto Garcia?
“Non ho dato il via a un casting molto lungo, l’ho detto a voi perché altrimenti mi avreste tormentato tutti i giorni. Mi sono dedicato per tre settimane all’organizzazione della festa Scudetto. Abbiamo voluto organizzare qualcosa che sulla RAI ha raggiunto la bellezza di quasi due milioni di media di ascoltatori, con punte del 30% al sud di share. Ci è piaciuta molto questa cosa. Vogliamo farla ancora meglio negli anni prossimi. Il 5 giugno ho cominciato a pensare al nuovo allenatore e l’ho ufficializzato undici giorni dopo. Ho cominciato a vedere la mappa data in pasto a voi giornalisti e ho cominciato a selezionare chi giocava con successo con il 4-3-3. Molti di quelli che vedevo avevano un 4-2-3-1 o addirittura un 3-4-3 o 4-4-2- Per me era fondamentale mantenere quest’assetto di calciatori, non devo cambiare squadra, per cui andava trovato un allenatore che fa strike col 4-3-3. Avendo visto che Rudi per due volte era arrivato secondo con la Roma e che addirittura il primo anno aveva cominciato con dieci vittorie consecutive, mi sono detto che questo signora facesse al caso nostro. Poi ho visto che col Lione aveva sfiorato qualcosa di importante in Champions. E voi sapete quanto ci tengo alla Champions League. Non per pensarla come Agnelli, a cui dissi che la Superlega è una cosa sbagliata, ma questa Champions è sbagliata. Così come l’Europa League e la Conference League. Ma la UEFA ha bisogno di attestati continui per essere rieletti. Io non posso modificare da solo ciò che si è incrostato nel sistema. Però chiaramente la Champions è un parterre che mi permette di aumentare l’importanza del brand Napoli nel mondo. Noi abbiamo sempre giocato il ruolo dell’innovatore, l’avete visto con lo sponsor tecnico: non ci ho pensato due secondi a vestire anche quel ruolo lì. Cerchiamo di cambiare questo calcio, ma non è così facile. Bisognerebbe cambiare il cervello di troppe persone“.
Ha detto a Garcia che Osimhen resterà?
“Non l’ho detto a Garcia, l’ho detto da tempo: Osimhen deve rimanere. Poi se arriverà un’offerta importante per la salute del Napoli vedremo“.
Disse che sarebbe stato un Napoli osimheniano. Ora che Napoli sarà?
“Con Osimhen non mi sono sbagliato. Garcia l’ho scelto in undici giorni, ci siamo visti a cena, abbiamo fatto i contratti, che sono lunghi, glieli abbiamo fatti digerire. Da parte mia c’è tutto lo slancio per un nuovo inizio. L’uomo ha già dato, non deve dimostrare a Napoli chi è, anzi dobbiamo lasciarlo lavorare in tranquillità, senza mettere ansia e fretta, senza mettere limiti. Poi sarà quel che sarà“.
Cosa l’ha colpita di Garcia?
“La sua spontaneità, la sua immediatezza. Sembrava che ci fossimo conosciuti da tempi. E sembrava che ci fossimo già incontrato nel passato, idealmente parlando. Quindi mi sono trovato in un meccanismo oleato, in cui c’è stata solo la razionalità di mostrare tutto ai suoi avvocati, rispondendo alle loro domande. Con lui c’è stata una cordialissima e immediata intesa. Io sono nato il 24 maggio, lui era ancora sotto l’influenza del segno dei gemelli. Quindi come avrei potuto sbagliarmi?“.
Ancora sul futuro di Osimhen, ci sarà rinnovo?
“Con lui ho parlato già prima della festa, siamo in linea di massimo d’accordo sul prolungamento di contratto per ulteriori due anni. Poi, per quanto riguarda gli altri giocatori è qualcosa che dovremo studiare con Rudi. Sono convinto, dopo tanti anni, che la preparazione nei ritiri sia fondamentale. E quindi noi abbiamo rifiutato di andare a fare il Gamper col Barcellona, di andare a giocare col Manchester United sempre in amichevole. Vogliamo rimanere nella seconda parte di preparazione, dal 28 luglio al 12 agosto, qui e stiamo interpellando diverse squadre per farle venire a Castel di Sangro e non perdere tre giorni per ogni amichevole. Durante quel periodo ci si deve impallare, si deve mettere molta benzina o nafta, affinché si possa durare il più a lungo possibile. Non bisogna avere una sfiammata nei primi dieci incontri, vogliamo durare tutto il campionato. Per noi è importantissimo allenarci come si deve durante i due ritiri. Ovviamente lavoreremo anche prima, con Rudi stiamo già lavorando. Stiamo ragionando su chi potrebbe partire. Il problema è che bisogna vedere le persone negli occhi. I contratti servono a poco, servono solo per le penali semmai. Ma se io dico ‘Tu vuoi far parte della gloria del Napoli o pensi di andare su altre situazioni’. Dopo la vittoria dello Scudetto, devo ringraziare Spalletti per aver voluto un anno sabbatico. Perché? Perché dopo uno Scudetto la sazietà può giocarti un brutto scherzo. Invece con un allenatore nuovo, che sa toccare le corde del violino giusto, che non fa sedere nessuno dopo lo Scudetto, è più facile. Se i calciatori non s’impegnano il rating cala. Un nuovo allenatore non può che cercare di riportarli alla dura realtà del lavoro quotidiano, dell’impegno, del rispetto di una bandiera. Chi sono i nostri clienti? Per chi lavoriamo noi della SSC Napoli? Per i nostri tifosi. Per la nostra città“.
La competitività resta la stessa?
“Intanto rispondo anch’io su Lobotka: ce l’abbiamo fino al 2028, per noi è un caposaldo. Poi non può giocare tutte le partite e tutti i minuti, come in ogni ruolo, quindi servono sostituzioni importanti. La mia competitività non è cambiata. In casa De Laurentiis la competitività è naturale, istintiva. A noi più le cose sono complicate più ci eccitano. Dopo lo Scudetto le cose si complicano, è normale. Dite che c’è l’Europa, ma non basta. Io dico che c’è da cambiare tanto in questo calcio. In tanti mi chiedono di fare un po’ di politica, ma io rispondo di no perché a me piace il mondo dei contenuti e in politica non sei libero di combinare in maniera industriale, la politica purtroppo è il gioco del compromesso e io non sono l’uomo del compromesso“.
Finisce il suo show intervenendo spontaneamente
“Ieri sera io vedevo Spagna-Croazia e devo dire che mi ha colpito l’attaccamento alla maglia di Modric, che a 38 anni si è fatto tutta la partita, i supplementari e ha segnato anche il rigore
Alla fine foto di rito con mister Garcia e regalo al mister , poi esce da trionfatore dalla sala del museo di Capodimonte acclamato come non mai dai i tifosi I tempi bui sono finiti ora inizia un’avventura tutta francese .
Pasquale Spera