L’ARTE DELLA TRUFFA DIVERTE ALL’AUGUSTEO
Di Laura Caico
I colpi di scena della vita. L’esilarante commedia “L’arte della truffa” della Compagnia A.G. Spettacoli con l’organizzazione di Claudia Caccavale e la produzione esecutiva di Giacomo Monda – in scena al teatro Augusteo fino al 19 maggio 2024, con repliche straordinarie il 22 e 24 maggio – sta riscuotendo un notevole successo di pubblico e applausi a scena aperta, grazie all’inarrestabile vena comica del valente protagonista Biagio Izzo – brillantemente affiancato da Carla Ferraro, Roberto Giordano, Ciro Pauciullo, Arduino Speranza e Adele Vitale – e all’intrigante testo scritto dal regista Augusto Fornari, Toni Fornari, Andrea Maia e Vincenzo Sinopoli.
Sulle scene di Massimo Comune, il Disegno luci di Luigi Raia, le Musiche di Gruppo SMP, i Costumi di Federica Calabrese, la storia che si dipana in palcoscenico è imperniata sui casi della vita e su come certe situazioni possano mutarla radicalmente, se ci si trova davanti ad un bivio esistenziale che può determinare la buona o cattiva fortuna di chi vi viene coinvolto. E’ il caso del cattolicissimo Gianmaria, un uomo d’affari che intrattiene rapporti di lavoro con il Vaticano, la cui vita viene completamente sovvertita dalla decisione della moglie Stefania di ospitare nella loro casa suo fratello Francesco (interpretato da un istrionico Biagio Izzo, in gran forma e sempre più centrato su personaggi di sicuro impatto umoristico), condannato agli arresti domiciliari. Così l’invito a cena a casa propria di un potente cardinale che può assicurargli importanti commesse diventa l’incubo del povero imprenditore, costretto a fare salti mortali per occultare la scomoda presenza e cercare di “salvare la faccia”.
Tra equivoci e improvvisi ribaltamenti di circostanze, Gianmaria si troverà costretto a seguire i metodi del cognato truffatore per uscire da un’impasse che può costargli carriera, lavoro e reputazione: infatti, gli stratagemmi per nascondere la vera identità di Francesco e i metodi da adottare per scongiurare un inaspettato rovescio finanziario, si susseguono, mettendo in seria crisi non solo il perbenismo di Gianmaria ma anche alcune sue radicate convinzioni sull’onestà e la trasparenza negli affari, che lo porteranno ad avere una diversa visione della vita, dei codici di comportamento sino ad allora adottati e anche del tanto detestato cognato, diventato la sua unica ancora di salvezza.

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