MARILICIA SALVIA AL ROTARY NAPOLI NORD
Di Laura Caico
Una generazione borderline. Durante la Conviviale con Consorti del Rotary Napoli Nord – guidato dal valente presidente Massimo Mazzola – svoltasi presso l’Hotel Excelsior, il vice Redattore Capo de Il Mattino Marilicia Salvia ha intrattenuto gli intervenuti sul tema “Adolescenza bruciata. I ragazzi di Napoli tra violenza e fuga dalla scuola: la difficile risposta all’emergenza”. Un tema estremamente complesso e ramificato, messo ancora più alla ribalta dalla cruda realtà della cronaca nera che racconta di bullismo, dispersione scolastica, ubriacature, episodi di violenza come risse, rapine fra coetanei, ferimenti, accoltellamenti, raid punitivi, uccisioni; una vera e propria escalation di brutalità che striscia di sangue la vita della città e che crea ansie, preoccupazioni e dolore non solo nei quartieri cosiddetti “a rischio” ma anche nella Napoli bene, giacchè tanti episodi si consumano nei luoghi più !in” della movida. Infatti si registrano sempre più spesso aggressioni per futili motivi, prepotenza di branco, angherie, casi di sopruso e sopraffazione tra discoteche, baretti e punti di ritrovo di tante comitive di giovani riunite nei punti più suggestivi della terra di Partenope, dal lungomare a piazza Bellini, da via Aniello Falcone a Mergellina. La ferocia con cui certi avvenimenti si verificano e la circostanza ormai acclarata che tantissimi teenager escono di casa armati di coltelli, taglierini, temperini, Victorinox e persino l’acido per sfregiare, pugnali e pistole (ufficialmente “per proteggersi e reagire alle offese”), impongono alla società un’approfondita presa di coscienza del malessere giovanile nonché urgenti rimedi per dirimere e, soprattutto, prevenire questo dilagante fenomeno: interesse prioritario di tutti noi dev’essere fornire non solo salute e istruzione ai minori, ma anche protezione da discriminazioni, maltrattamenti, abusi e violenza, per salvaguardarne il benessere e la sicurezza anche nel mondo di Internet. I ragazzi vivono la difficoltà di dialogo tra generazioni, da cui scaturisce un forte senso di solitudine: molti di essi non chiedono aiuto agli adulti, neanche quando subiscono violenze fisiche, psicologiche o umiliazioni pubbliche che scatenano in loro ansia sociale e attacchi di panico. A tante situazioni di disagio ambientale e relazionale molti pensano di rimediare “facendosi giustizia” da soli, armandosi quando vanno a incontrare i loro coetanei, atteggiandosi a boss della malavita di cui certa letteratura e certi sceneggiati hanno – sia pur non intenzionalmente – creato il mito.
L’esperta giornalista ha proiettato delle immagini in cui i suoi articoli come responsabile della cronaca cittadina de Il Mattino e quelli di altri colleghi descrivono l’emergenza sicurezza a Napoli, tracciano una mappa dell’abbandono scolastico nelle varie Municipalità dovute principalmente a situazioni familiari e territoriali complesse, lì dove impera l’illegalità, la mancanza di una formazione etica e di una coesione genitoriale e dove difetta la presenza di esempi edificanti da seguire. Come disse l’imperatore Ottone sulla condotta immorale del papa Giovanni XII «Puer inquid, est, facile bonorum immutabitur exemplo virorum» « è ancora un ragazzo e si modererà solo con l’esempio di uomini nobili», così occorre ispirare questi adolescenti indirizzando il loro cammino con la formazione di una coscienza civica, con l’accettazione che rispetto delle leggi e delle persone, moderazione e consapevolezza dei propri doveri sono alla base della convivenza sociale, nonché con l’esempio che tante illustri figure di uomini immolatisi per i valori morali può loro fornire. Infatti, esperienze e incontri reali e positivi possono garantire una serena vita offline, al contrariò di quella vita online, affollata di cyberbulli che rendono il web poco sicuro e a cui, tuttavia, molti giovani si rivolgono per la difficoltà a costruire relazioni tra loro.
Marilicia non offre soluzioni nella sua lucida e competente conversazione, e, onestamente, non vuole ergersi super partes per farlo ma dalle sue parole, dai casi evidenziati, dalla fotografia impietosa che la cronaca ci rimanda di gran parte della nostra gioventù appare chiaro che occorre far applicare a 360° il nuovo Patto di Sicurezza per Napoli e che il tanto auspicato Patto educativo – alla base della nuova piattaforma informatica creata dal Municipio cittadino, approvata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – debba coinvolgere sempre di più il tessuto sano della compagine sociale fra genitori, insegnanti, istituzioni politiche e religiose, organizzazioni del terzo settore e del volontariato, per elaborare tutti insieme le strategie più efficaci per salvare i nostri figli.