Nel giorno della memoria per le vittime della criminalità organizzata il ricordo di Don Antonio
Riboldi, il primo a marciare nel 1982 alla testa degli studenti, contro la camorra, nove anni prima
dell’omicidio di Don Peppe Diana che distribuì a Casal di Principe un estratto della lettera della
Conferenza episcopale campana “Per amore del mio popolo non tacerò” voluta dal vescovo di
Acerra .
L’occasione per discutere di quanto è stato fatto e soprattutto quanto resta da fare nella lotta
contro le cosche e la violenza, a partire dal libro “Don Riboldi 1923-2023 il coraggio tradito” di
Pietro Perone, prefazione di mons. Antonio Di Donna, successore di Don Riboldi e presidente della
Conferenza episcopale campana.
Martedì 21 marzo, ore 18, Parrocchia Immacolata Concezione a Capodichino, piazza Di Vittorio
(già piazza Capodichino) dialogano con l’autore Mauro Marotta Assessore Politiche culturali
Municipalità 7, Paolo Mancuso già Procuratore della Repubblica, Antonio Troiano, Presidente
della Municipalità 7 e Mons. e Vincenzo Doriano De Luca Decano e parroco dell’Immacolata
Concezione.
Nel centenario della nascita e a 40 anni dalla prima rivolta anticamorra, vescovi, parroci, magistrati
e uomini delle istituzioni stanno ricordando in queste settimane la figura di un eroe della Chiesa e
non solo. Il libro pone infatti un inquietante interrogativo: come è stato possibile che sia caduta
nell’oblio quella stagione di grande speranza, oggi che i giovani conoscono i personaggi di
Gomorra, i nomi di mafiosi e camorristi, ma ignorano chi sia stato Don Riboldi e finanche un martire
come Don Diana. E’ questo il risultato di un questionario distribuito lo scorso anno nelle scuole del
Napoletano che ha tristemente confermato una pericolosa rimozione della memoria, oggi che la
violenza minorile è l’emergenza delle emergenze.