Una strepitosa Lina Sastri in scena al teatro San Ferdinando
fa rivivere il novecento di Garcia Lorca
di Ezio Micillo
Dal 15 al 25 febbraio è in scena al teatro San Ferdinando di Napoli Lina Sastri in
una commedia drammatica ,’Nozze di sangue’, di Garcia Lorca con la regia di Lluìs
Pasqual. Una tragedia moderna intesa come catarsi, una messa in scena che unisce
la prosa, il canto e la danza in un concentrato di abilità in cui la straordinaria Lina
Sastri interpreta il ruolo di madre e di sposa in un dramma scritto dall’autore
andaluso nel 1933. Un fatto di cronaca che è un fatto di vita, una visione poetica del
naturalismo che il poeta Garcia Lorca, ancorchè pessimista, evidenzia l’importanza
dell’esistenza di ‘forze’ nelle cose, un destino inevitabile ed incontrollabile che
accompagna l’uomo nel corso della sua vita.
La commedia drammatica narra di una coppia che sta per sposarsi e la madre dello
sposo si mostra silenziosamente contraria poiché la sposa, in precedenza, fu
fidanzata con Leonardo, un giovane della famiglia della sposa che uccise suo marito
e l’altro figlio. Ma nel giorno del matrimonio la sposa fugge con il suo vecchio
amore, Leonardo, che non ha mai dimenticato la sposa, è ancora animato da un
fuoco passionale che lo pervade, nonostante avesse sposato un’altra donna, gravida,
che sta per dargli un figlio. Da qui inizia un inseguimento che si trasformerà in una
lotta sanguinosa, provocandone la morte sia dello sposo che di Leonardo.
L’interpretazione dei due ruoli, sposa e madre dello sposo, è della straordinaria Lina
Sastri che, con una performance eccezionale, riesce a coinvolgere lo spettatore
tenendolo incollato alla poltrona per oltre un’ora e col fiato sospeso. Sono le figure
che pagheranno più di tutte il conto del massacro, costrette ad una sopravvivenza
atroce e mitizzate dal poeta come emblema della donna e della sua ricerca di
emancipazione e libertà.
Quì il destino compie la sua opera, due vittime, due donne, la sposa e la madre che
dovranno trascinarsi a vita nel dolore che proviene dal cosiddetto cainismo
andaluso, fratello e fratello diviso fino alla morte.
© Foto di Ezio MIcillo