TEATRO SANNAZARO
Dal 2 febbraio
La lezione
di
Eugène Ionesco
Con
Nando Paone, Daniela Giovanetti, Valeria Almerighi
Regia
Antonio Calenda
Aiuto regia
Alessandro Di Murro
Scenografa
Paola Castrignanò
Costumista
Giulia Barcaroli
Musiche
Germano Mazzocchetti
Disegno luci
Luigi Della Monica
Coproduzione Tradizione E Turismo – Centro Di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro, Teatro Stabile Del Friuli Venezia Giulia, Accademia Perduta Romagna Teatri e Fattore K
Dal 2 al 4 febbraio al teatro Sannazaro Nando Paone con Daniela Giovanetti e Valeria Almerighi sono i protagonisti de La lezione di Ionesco diretti da Antonio Calenda.
L’opera è ambientata nell’ufficio, adibito anche a sala da pranzo, di un piccolo appartamento francese. Il professore è in attesa di una nuova allieva, per impartirle delle lezioni di matematica, linguistica e filologia comparata, al fine di ottenere la libera docenza totale. La governante, una robusta donna di età tra i 40 e i 50 anni, si preoccupa della salute del professore e segue lo svolgimento delle lezioni. Mentre la lezione procede, carica di assurdo e di non-senso, nel professore va aumentando un senso di rabbia contro l’ignoranza dell’allieva, che al contrario di lui diventa sempre più silenziosa e mite. Anche la sua salute comincia a deteriorarsi, iniziando con un dolore ai denti, che diventa poi diffuso a tutto il corpo. Al culmine della pièce, l’allieva viene accoltellata e uccisa dal professore. L’opera si chiude tornando al punto di partenza, con la governante che saluta una nuova alunna.
Antonio Calenda nelle sue note di regia scrive:
Grande è la forza anticipatrice, presaga, del teatro dell’Assurdo. lonesco, che ne è il creatore, delinea con i suoi testi, un affresco della contemporaneità. Un mondo che, appena uscito dalla Seconda Guerra mondiale, appariva come alienato e decomposto. Una delle opere più rappresentative della produzione di Eugène lonesco è La lezione. Con il suo nonsense, attraverso una comicità paradossale, il drammaturgo mette in scena l’irrazionalità della condizione umana e l’angoscia che opprime le esistenze. In quest’opera vi è un dialogo a due principale. Tra professore e allieva si instaura un rapporto amichevole, con un continuo scambio di gentilezze e leziosità. Comincia l’interrogazione, il professore pone alla ragazza domande di una banalità disarmante e rimane esterrefatto nel constatare come l’allieva sappia rispondere correttamente. È a questo punto che si accentua il risvolto metafisico del teatro ioneschiano.
La situazione muta e l’animo dell’insegnante comincia a scaldarsi. L’iniziale reverenza lascia spazio a moti di rabbia, che aumentano finché l’irrazionalità prende il sopravvento. Ribaltando i piani – per estensione – ciò che è irragionevole e assurdo nella condizione umana, si esplica in questa forma drammaturgica attraverso l’abbandono di mezzi espressivi logici e razionali. Lo stesso lonesco definì la sua Leçon un “dramma comico”, dove paradossi e ripetizioni portano a una totale distorsione della verità. Lui, che prediligeva materie di studio come la matematica e la filologia (fondate sul caposaldo della precisione di procedimento), proprio dalla filologia e dall’amore per il Logos – la ricerca del significato autentico e originale – passa a mistificare il Verbo. A porlo invertito, contrario. La deformazione del linguaggio e delle psicologie dei personaggi, sono la più rarefatta metafora della sterilità degli individui; che si muovono come fantasmi grotteschi e, talvolta, sono colmi di umorismo malinconico. Il rovesciamento delle situazioni riflette senz’altro l’ipocrisia dei rapporti sociali e delle convenzioni all’interno della società. Infine, la circolarità dello spettacolo, che termina nello stesso modo in cui è iniziato, lascia intravedere l’impossibilità del cambiamento. È bene ricordare che La Lezione è stata scritta nel 1951. Ionesco aveva assistito ai drammi delle due Guerre mondiali. La nascita e la diffusione di quel teatro inscrivibile sotto il nome di “Assurdo” è ben comprensibile. Soltanto le atrocità della guerra possono far comprendere il nonsenso, il paradossale e l’illogico che contraddistinguono il genere umano. Il suo teatro allude, profetico, all’attualità disarmante che ci circonda. Crediamo che lonesco meriti la Renaissance che si sta profilando sui palcoscenici di tutta Europa e alla quale il nostro spettacolo vuole contribuire. Il ruolo del professore sarà interpretato da un attore dalla comicità rarefatta e surreale come Nando Paone. Il ruolo dell’allieva da Daniela Giovanetti e il ruolo della cameriera da Valeria Almerighi.
ORARIO SPETTACOLI
Venerdì 2 febbraio ore 21.00
Sabato 3 febbraio ore 19.00
Domenica 4 febbraio ore 18.00