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Era un 8 dicembre come gli altri Napoli si stava preparando al proprio Natale e in ogni casa l’anima di Luca Cupiello stava per approntare il proprio presepe e ogni Concetta si lamentava della colla di pece che doveva preparare per il marito che si trasformava in maestro dell’arte più bella , quella presepiale Ma al contrario del finale di Natale in Casa Cupiello in quel Natale non moriva il marito ma la moglie Concetta ,  Pupella Maggio ci lasciava per sempre e raggiungeva il proprio Lucariello , il grande ed immenso Eduardo nel regno dei cieli dove rimettevano in scena la celebre commedia natalizia . Pupella Maggio Nacque figlia d’arte e, come i suoi genitori, intraprese la strada del teatro. Insieme a lei anche altri fratelli calcarono le scene; tra questi Enzo, il primogenito, BeniaminoDante e Icadio e le sorelle Rosalia e Margherita. Il padre è stato uno dei più grandi capocomici e fini dicitori della storia del teatro partenopeo: Domenico Maggio detto Mimì e la madre Antonietta Gravante, erede della famosa famiglia Gravante, gestori del rinomato circo equestre “Carro di Tespi“. La madre ebbe le doglie proprio durante le prove di uno spettacolo al Teatro Orfeo in via Carriera Grande (nei pressi della stazione di Napoli), e pertanto la piccola Giustina vide la luce nel camerino dello stesso. In tutto la madre Antonietta mise al mondo sedici figli. due anni, quando con la compagnia teatrale del padre rivestì il ruolo della bambola di pezza nello spettacolo di Eduardo Scarpetta La Pupa Movibile. Inizia a lavorare con il grande Eduardo ,pardon direttore nel 1954 nella Scarpettiana  la compagnia diretta da Eduardo De Filippo, che metteva in scena i testi del padre Eduardo Scarpetta. Fu solo dopo la morte di Titina De Filippo che iniziò ad ottenere quel successo che meritava. Dovette sostituirla per il ruolo di Filumena Marturano, per quello di Concetta in Natale in casa Cupiello e in altre parti.Nel 1959 la sua consacrazione quale primadonna l’ottenne grazie al ruolo di Rosa in Sabato, domenica e lunedì, personaggio scritto apposta per lei dal grande Eduardo e che le fece vincere tre grandi premi: la Maschera d’oro, il premio San Genesio e il premio Nettuno. A seguito della prima di una lunga serie di incomprensioni, nel 1960 Pupella si allontanò da Eduardo per lasciarsi dirigere da Luchino Visconti ne L’Arialda di Giovanni Testori.Con la compagnia diretta dal direttore Eduardo de Filippo è prima donna in Natale in casa Cupiello nel ruolo della madre e moglie tutto fare Concetta Famosa la sua battuta : “ Lucarie’ miett quatt pastor comm vann vann e tu me para chestai facenn a Cappella Sistina , oppure Svegliat Tummasin che mamma te prepar nu bell zuppon In quella tragi commedia la Concetta deve soddisfare il marito che vuole fare il presepe deve difendere il figlio Tommasino e cercare di calmare le ire amorose della figlia Nunziatina. Una grande interpretazione degna del premio Nobel del teatro Ma anche in Voce di dentro la nostra Pupella recita in maniera magistrale come succede anche in Gennariniello Dal 1979 iniziarono gli anni in cui Pupella partecipò attivamente alle messinscena diretta da Antonio Calenda in diversi testi che le diedero modo di portare fuori un’interpretazione all’apice della sua maturità. Fu il momento di Brecht del quale Calenda curò la regia de La Madre, in una Pupella nei panni di Pelagia Vlassova, un personaggio che grazie all’interpretazione del tutto personale dell’attrice divenne madre napoletana e insieme universale.Nel 1981 è accanto all’amico di sempre Pietro De Vico nello spettacolo Farsa, tratto dai testi di Antonio Petito (adattamento e riscrittura di Antonio Calenda ed Ettore Massarese) e nel 1983 si trasferisce stabilmente a Roma e insieme ai fratelli, Rosalia e Beniamino, va in scena con la regia di Calenda col testo …’Na sera…’e Maggio. Fu l’ultima volta che i fratelli recitarono insieme, e grazie a questa pièce ottennero il “premio della critica italiana per la Stagione di Prosa 1982-1983” come miglior spettacolo dell’anno e per l’interpretazione particolarmente singolare. Un ictus cerebrale bloccò Beniamino nel camerino del Teatro Biondo di Palermo.L’attrice napoletana per la sua bravura fu anche protagonisti di due film Il primo è Amarcord di Fellini nel l 1973 vincitore del premio Oscar come miglior film straniero, al quale Pupella prese parte nel toccante ruolo della madre del protagonista, doppiata però da Ave Ninchi. Nel 1976 divorziò da Luigi Dell’Isola, che aveva sposato nel 1962 e che rimase primo e unico marito. Ottenne il Nastro d’argento alla migliore attrice non protagonista nel 1969 per il ruolo de la prima paziente ne il medico della mutua di Luigi Zampa, accanto ad Alberto Sordi. Intanto svariate furono le volte in cui tornò sotto la direzione di Eduardo, ma non mancarono grandi registi come il napoletano Giuseppe Patroni Griffi in testi come Napoli notte e giorno, ispirato ai testi di Raffaele Viviani, in Persone naturali e strafottenti e nel testo scritto apposta per lei In memoria di una signora amica. Si trasferì a Todi, confrontandosi successivamente ancora col cinema. Fu la madre ormai anziana del protagonista nel film da Oscar Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore del 1988. Nel 1997 scrisse e pubblicò il suo primo e unico romanzo, l’autobiografico Poca luce in tanto spazio per “Carlo Grassetti Editore”.Muore all’ospedale Sandro Pertini di Roma per emorragia cerebrale, l’8 dicembre 1999 all’età di 89 anni.[1] Qualche mese prima, ad agosto, aveva partecipato al film Fate come noi del giovane regista Francesco Apolloni, che rimane la sua ultima apparizione. Il funerale è stato celebrato dopo due giorni nella Chiesa degli artisti in piazza del Popolo; riposa al cimitero di Prima Porta a Roma.

Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi emise il seguente comunicato:

«Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha inviato alla famiglia Maggio un messaggio di profondo cordoglio per la scomparsa di Pupella Maggio. Figlia d’arte della straordinaria famiglia Maggio che ha dato così grande prestigio alla tradizione della commedia napoletana, recitò da protagonista nella compagnia scarpettiana. L’incontro artistico con Eduardo De Filippo segnò il clamoroso successo personale come sensibilissima interprete di gran parte dei lavori del maestro. Non è stata solo la più grande attrice napoletana del ‘900, ma una protagonista della storia teatrale italiana che resta legata anche al suo nome. Con questi sentimenti giunga a tutti i familiari, l’espressione del commosso rimpianto degli italiani che tanto l’hanno ammirata e ne conservano il ricordo.»

Al di là delle sue interpretazioni bellissime Pupella Maggio sarà ricordata soprattutto per la grande interpretazione in Concetta moglie fedele e mamma protettrice che insieme con Eduardo fece innamorare il pubblico del presepe napoletano Una delle tanti arti che la città di Napoli sa esprimere.

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