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COMUNICATO STAMPA

Luigi Mennella sindaco: verso San Vincenzo Romano patrono secondario di Torre del Greco

L’amministrazione comunale chiede al cardinale Battaglia di intercedere con la Santa Sede

Spetterà a Papa Francesco proclamare San Vincenzo Romano “patrono secondario” della città di Torre del Greco. Per questo motivo, l’amministrazione comunale ha ufficialmente chiesto all’arcivescovo di Napoli, il cardinale Domenico Battaglia, di intercedere con la Santa Sede per “farsi interprete, a nome di tutta la cittadinanza, del nostro comune desiderio”. Sono i propositi contenuti in una delibera che la giunta guidata dal sindaco Luigi Mennella ha approvato nel corso dell’ultima seduta.

Alla base del provvedimento, il fatto che “l’amministrazione comunale ha sempre manifestato particolare attenzione a tutto ciò che può rappresentare e valorizzare l’identità del popolo torrese, con le sue tradizioni storiche, culturali e religiose. In particolare, la religiosità popolare, toccando l’anima dei cittadini, esprime il sentimento di un’intera comunità, che l’accompagna nella sua evoluzione sociale e culturale, entrando a pieno titolo nell’esperienza quotidiana della vita stessa”.

Propositi del resto contenuti in una lettera che il primo cittadino aveva fatto pervenire a Battaglia lo scorso mese di ottobre, nella quale veniva chiesto all’arcivescovo di Napoli di “farsi interprete a nome di tutta la cittadinanza, del nostro comune desiderio presso Sua Santità, Papa Francesco I, di proclamare San Vincenzo Romano compatrono della città di Torre del Greco, insieme al nostro Patrono principale, San Gennaro”.

Nella missiva, veniva ricordato come “la figura del nostro ‘parroco Santo’ è ben inserita nel tessuto civile e sociale della nostra città. Il giovane sacerdote Vincenzo Romano all’indomani della sua ordinazione (10 giugno 1775), si dedicò con tutta la sua persona all’educazione della gioventù, istituendo nella sua casa una scuola gratuita rivolta ai ragazzi che volevano apprendere i rudimenti della lingua italiana e anche le altre materie (come storia, matematica, scienze). In quella scuola erano inseriti anche ragazzi che aspiravano ad intraprendere la vita sacerdotale. Nei giorni festivi, nei primi anni si dedicò alla popolazione rurale in contrada Lamaria; poi fu destinato nei giorni festivi alle persone che frequentavano la Confraternita dell’Assunta nel centro città. Le autorità reali, dopo pochi anni, lo chiamarono insieme ad autorevoli personalità napoletane a far parte della commissione incaricata a stilare il codice corallino, che doveva regolare i rapporti tra i proprietari e gli uomini impegnati nella pesca del corallo”.

“Ma il lavoro sociale che lo vide protagonista in prima persona – ricordava ancora il sindaco nella lettera indirizzata a Domenico Battaglia – fu compiuto all’indomani dell’eruzione del Vesuvio del 15 giugno 1794, eruzione che distrusse la maggior parte della città e la parrocchia di Santa Croce. Su richiesta dell’anziano parroco, don Gennaro Falanga, l’arcivescovo di Napoli, Giuseppe Capece Zurlo, nominò don Vincenzo Romano economo curato, per il servizio religioso e la ricostruzione materiale e morale della città e l’edificazione del tempio e della comunità dell’allora unica parrocchia di Santa Croce. Lavoro che continuò con totale dedizione con la nomina di preposito curato e parroco (29 novembre 1799)”.

Torre del Greco, 22 marzo 2025

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