Con ingresso libero nella Chiesa dei SS. Marcellino e Festo (Napoli, Largo San Marcellino 10), giovedì 27 marzo ore 19 si terrà il concerto “Civiltà partenopea”, con musiche di Alessandro Scarlatti, Tommaso Albinoni, Patrizio Marrone. Orchestra diretta da Giuseppe Galiano.
E’ il secondo appuntamento di Scarlatti 300, edizione 2025 dei Concerti per Federico, rassegna realizzata dalla Nuova Orchestra Scarlatti in partnership con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, nell’ambito delle iniziative del progetto F2 Cultura.
Il programma, introdotto dall’Inno della Federico II, prevede alcune tra le più rappresentative pagine di Alessandro Scarlatti: l’intenso Concerto grosso n. 1 in fa minore e due delle Sinfonie di Concerto Grosso (n. 4 in mi minore per flauto oboe e archi e n. 5 re minore per due flauti e archi) composte a Napoli nel 1715, dove la complessa polifonia barocca si risolve in luminose architetture sonore, in una sintesi di equilibrio e invenzione degna di Bach.
A Scarlatti è accostato qui un altro grande innovatore, esponente dell’altra grande civiltà musicale italiana di inizio ‘700, quella veneziana: Tommaso Albinoni, di cui ascolteremo il Concerto per oboe e archi op. 9 n. 2, un capolavoro di eleganza e di verve, appena interrotta dallo squarcio di sensuale malinconia del bellissimo Adagio centrale; oboe solista, il giovane Pierdavide Falco.
A dimostrazione della vitalità della musica napoletana nel tempo il concerto si concluderà con una pagina di grande fascino e impatto di un compositore partenopeo contemporaneo: il Magnificat, Suite per archi e djembe di Patrizio Marrone (classe 1961), autore versatile di musica cameristica, sinfonica e di una vasta produzione teatrale che lo ha portato nei principali teatri italiani e stranieri. Il suo Magnificat (una pagina dei primi anni Duemila, collegata originariamente a un’azione coreografica su testo di Ennio Flaiano, andata in scena al Teatro Carcano di Milano) è in realtà una piccola storia di Gesù in una vivida successione di quadri sonori, come a esempio l’avvolgente seduzione di Maddalena, l’ossessione in ‘fortissimo’ di Giuda, il canto lento e intenso di Pietà: sequenze ricche di colori e di una forte vitalità ritmica esaltata dallo djembé, tamburo dell’Africa occidentale suonato per l’occasione da Domenico Monda.
