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Comunicato stampa

“Libertà a caro prezzo. Gioacchino Gesmundo e le Fosse Ardeatine” di
Giovanni Capurso. In libreria per ERF Edizioni
L’eccidio delle Fosse Ardeatine costituisce una delle pagine più dolorose della
Resistenza e della storia italiana.
Molto è stato scritto su questa feroce rappresaglia nazista. Anche di recente sono state
riscoperte alcune vite dei “martiri” coinvolti nell’eccidio. Eppure mancava
all’appello una delle figure più importanti della Resistenza romana. È quella di
Gioacchino Gesmundo, uno dei più intransigenti e fieri oppositori del fascismo. E su
questo personaggio che il professor Giovanni Capurso si concentra nel suo volume
edito da ERF e da pochi giorni in libreria, “Libertà a caro prezzo. Gioacchino
Gesmundo e le Fosse Ardeatine”.
Nato a Terlizzi, una cittadina del nord barese, dopo numerosi sacrifici, a Roma
Gesmundo realizzò la sua vocazione di intellettuale come maestro elementare,
professore di Filosofia e Storia e assistente all’Università. Erano gli anni della
dittatura.
La sua formazione ed emancipazione economica avvennero parallelamente alla
graduale insoddisfazione e al disagio per il clima politico presente nel Paese. La
caduta del regime segnò la sua decisione di iscriversi al Partito Comunista, frutto di
una lungo percorso di riflessione intellettuale e maturazione interiore. Così scrisse in
quei giorni a un suo allievo:
Mio caro Paolo, e così ci siamo liberati dei baracconi della fiera fascista. Restano al
completo tutti i giocolieri e tutti gli istrioni, e – quel che è più – resta l’abito di
leggerezza così adatto al popolo italiano, impolitico per eccellenza. Nell’universale
tripudio del 25-26 luglio era già dato di avvertire che gl’italiani si liberavano dei
distintivi, delle tessere, dei fasci scolpiti e dipinti, ma non già delle tare ereditarie,
aggravate da vent’anni di regime bestiale e idiota. In gran copia si manifestano
personalismi e arrembaggi, e si ostentano i titoli delle benemerenze antifasciste e ci
si affretta a precisare l’anzianità.
Con l’occupazione nazista di Roma l’attività di Gesmundo s’intensificò: ospitò nella
sua casa di via Licia, prima la redazione clandestina dell’Unità e poi l’arsenale
dei GAP romani. Fu capo locale del controspionaggio e teneva corsi di formazione
ideologica ai compagni di lotta. La gappista Carla Capponi, in un suo memoriale,
riportò che “le sue ore di lezione erano sempre affollate di compagni e compagne,
non più di una decina alla volta poiché un numero maggiore avrebbe creato sospetti”.
Catturato il 29 gennaio 1944 dopo una denuncia, fu tra i primi tre individuati
dei 335 martiri delle Fosse Ardeatine. Come riporta Ferdinando Pappalardo, vice
presidente nazionale dell’ANPI, nell’introduzione al volume “il momento terminale
della vita di Gesmundo appare quasi un appuntamento con il destino, la fatale

conclusione di una singolare esperienza intellettuale e morale, prima ancora che
politica”.
Sinossi del libro
Intransigente e tenace, Gioacchino Gesmundo è uno dei martiri per la libertà a cui la
nostra Repubblica è debitrice. Le vicissitudini familiari e il contesto semplice e rurale
del paese nel quale visse da giovane lo portarono a maturare una forte sensibilità per
la giustizia sociale.
Dopo numerosi sacrifici, a Roma realizzò la sua vocazione di intellettuale come
maestro elementare, professore di Filosofia e Storia e assistente all’Università. Erano
gli anni della dittatura. La sua formazione ed emancipazione economica avvennero
parallelamente alla graduale insoddisfazione e al disagio verso il clima politico
presente nel paese. La caduta del regime segnò la sua decisione di iscriversi al Partito
Comunista, frutto di una lunga maturazione interiore.
Con l’occupazione nazista di Roma la sua attività s’intensificò: ospitò nella sua casa
di via Licia, prima la redazione clandestina de “L’Unità” e poi l’arsenale dei GAP
romani. Fu capo locale del controspionaggio e teneva corsi di formazione ideologica
ai compagni di lotta.
Catturato il 29 gennaio 1944 dopo una denuncia, fu tra i primi tre individuati dei 335
martiri delle Fosse Ardeatine.
Cenni biografici dell’autore
Giovanni Capurso è saggista e storico meridionalista. Tra le sue pubblicazioni più
recenti ricordiamo La ghianda e la spiga. Giuseppe di Vagno e le origini del fascismo
(Bari, 2021), finalista al premio FiuggiStoria, la partecipazione alla collettanea
L’omicidio politico di un socialista (Catanzaro, 2022) e La passione e le idee. La
Puglia antifascista da Giuseppe Di Vango a Giacomo Matteotti (Bari, 2023). È stato
cocuratore del volume storiografico La fatica dello Storico. Antonio Lucarelli.
Carteggi: 1902-1952 (Bari, 2024).
Collabora con Fondazioni e Istituti di ricerca storica.

Contatti della casa editrice
Chi Siamo – ERF Edizioni
info@erfedizioni.it
Collana: Storia e Memoria
Anno di pubblicazione: 2025
ISBN 979-12-549-00789

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