Nel 2025 risulterebbe addirittura pleonastico evidenziare quanto i media online siano centrali nel processo decisionale elettorale, vista la nostra continua iper-esposizione. Motivo per cui diffondere messaggi politici attraverso le piattaforme sociali (digitali) è sempre più cruciale per raccogliere consensi e influenzare i destinatari che, di fatto, sono elettori.Però, prima, facciamo un passo indietro. I social media nascono – a volte pare che ce lo scordiamo – come strumenti di intrattenimento, ma laddove vi è una popolazione così attiva, variegata e dinamica, non è possibile precludersi la possibilità di diffondere informazione. Ecco perché la principale fonte di traffico per gli organi informativi sono, di fatto, i social media. Quindi mi intrattengo, mi informo, socializzo, comunico. E nel frattempo scorrono messaggi pubblicitari che occupano oltre il 25% di ciò che mi compare online, in Italia.Questo ci porta a una riflessione che provo a spiegare, umilmente, da oltre 10 anni: l’obiettivo principale delle Big Tech proprietarie dei social media è intrattenere l’utente affinché vi trascorra quanto più tempo possibile, offrendo così più spazi pubblicitari e, di conseguenza, aumentare i guadagni. L’informazione che troviamo sulle piattaforme è il modo con cui i vecchi media sopravvivono, vista la statistica di popolamento. La disinformazione, invece, è l’altro lato della medaglia, ma non ne parleremo in questo caso, dato che già ne abbiamo ampiamente discusso.Va da sé che gli host digitali delle nostre azioni sociali puntano ad intrattenerci e, per farlo, hanno bisogno di profilarci. Possiamo senza dubbio affermare che ci riescono in modo ottimale, segmentandoci e mostrandoci ciò di cui abbiamo bisogno, come avviene in qualsiasi operazione di marketing. Il concetto chiave è: più il contenuto è interessante, più tempo l’utente trascorre online. Quindi, i contenuti che l’algoritmo – forte delle istantanee di cui sopra – ci mostra sono quelli per cui mostriamo naturalmente interesse. Tradotto: se interagisco con profili e aziende che trattano temi di calcio, continuerò a vedere quelle tematiche affinché io prolunghi la mia permanenza.Questi sono gli aspetti economici e tecnici. Se invece vogliamo immergerci negli oceani della psiche, possiamo osservare come sui social media tendiamo ad esporci selettivamente a informazioni e contenuti in linea con i nostri bias, idee e convinzioni, senza soffermarci troppo sulle tesi opposte.Paradigmi sociali, psicologici e tecnici danno vita a un fenomeno di cui, sommessamente direi, chiunque si occupi di ricerca dovrebbe interessarsi: le camere dell’eco o echo chambers. Si tratta di agorà digitali in cui il dibattito si polarizza e gli utenti, emotivamente coinvolti, non sono disposti a discostarsi dalle proprie convinzioni, anche di fronte a confutazioni scientifiche. Sono spazi in cui utenti con sistemi di pensiero e ideologie simili si confrontano quotidianamente, formano le proprie credenze e si influenzano a vicenda. Più dialogano e mostrano interesse per determinati contenuti – coerenti con il loro pensiero – più l’algoritmo polarizza il flusso di informazioni da mostrargli. Insomma, camere in cui riecheggia sempre lo stesso pensiero.E quindi, in tutto ciò, la diffusione del messaggio politico attraverso i social media passa, senza dubbio, per le echo chambers. Queste influenzano la comunicazione politica e il dibattito pubblico, soprattutto sui cosiddetti temi caldi e divisivi. Nelle numerose attività di divulgazione di pensiero politico, come ignorare il fatto che gli utenti online tendano a preferire informazioni in linea con le proprie visioni del mondo, ignorando quelle dissenzienti e creando community polarizzate attorno a narrazioni condivise? Non è possibile, soprattutto perché poi abbiamo visto che la macchina ci mette il suo. E risulta quasi superfluo affermare che, quando la polarizzazione è così elevata, la disinformazione prolifera in modo incontrollato.A confermare questa dinamica trovo un’ampia correlazione con il dettagliato paper pubblicato poche settimane fa dal Professore Walter Quattrociocchi, The Global Election Landscape on Social Media in 2024, che mappa il modo in cui le tendenze politiche e i mezzi di informazione coinvolgono il pubblico sui social media (Facebook) durante eventi elettorali. Lo studio analizza con estrema precisione le tendenze sociali e i comportamenti umani (e quindi anche decisionali) rispetto agli organi di informazione, ai messaggi politici diffusi dai partiti e, chiaramente, all’enorme influenza che le echo chambers esercitano, soprattutto in periodo elettorale. Ho trovato altrettanto interessante la confutazione dell’idea che le conversazioni e il dibattito online seguano rigidamente schemi ideologici predefiniti.La ricerca è stata condotta analizzando milioni di post su Facebook tra settembre 2023 e maggio 2024, oltre 500 agenzie di stampa e più di 300 partiti politici in 31 paesi. Questo è stato reso possibile grazie a CrowdTangle, uno strumento utilissimo fino a pochi mesi fa, prima che Meta lo chiudesse in favore di un nuovo strumento, il Social Media Archive dell’University Consortium for Political and Social Research (ICPSR) dell’Università del Michigan. Quest’ultimo, però, rende l’accesso ai dati, previa autorizzazione, molto più cavilloso.Quello che emerge, in estrema sintesi, è che gli organi di stampa tendono a raggiungere un pubblico più ampio, con idee anche contrastanti. Infatti, è qui che le Reaction opposte su Facebook (Love/Angry/Likes) sono più frequenti, a differenza dei contenuti dei partiti politici, che risultano tendenzialmente meno divisivi (sempre per effetto delle echo chambers). Inoltre, lo studio evidenzia come l’orientamento politico influenzi l’intensità dell’engagement rispetto ai contenuti. Affidandosi a Media Bias/Fact Check (MBFC), un sito web indipendente che classifica le agenzie di stampa in base al loro posizionamento politico, la ricerca si è focalizzata sulla clusterizzazione (sinistra, destra, centro) degli organi di informazione. Emerge, così, la tendenza dei media e dei partiti di destra a dare priorità a temi come politica, religione e migrazione, mentre a sinistra si concentrano maggiormente su salute, istruzione e tecnologia.Per chi si occupa di ricerca e di comunicazione politica, come me, e per chi ha l’ambizione di analizzare i comportamenti sociali online al fine di migliorare l’efficacia nell’influenzare le dinamiche decisionali, tutto ciò rappresenta un tesoro inestimabile da approfondire e su cui lavorare.Marketing, Politica e Mojito I Pasquale Incarnato è gratuito oggi. Ma se hai apprezzato questo post, puoi far sapere a Marketing, Politica e Mojito I Pasquale Incarnato che la sua scrittura è preziosa, impegnandoti per un futuro abbonamento. Non sarai addebitato a meno che non venga abilitato il pagamento. |

