di Ezio Micillo

La storica Cappella Sansevero, uno dei luoghi più iconici e misteriosi di Napoli, ospita fino al 15 febbraio 2025 la straordinaria mostra “RAGS” dell’artista britannico Darren Almond. Questo evento, che unisce arte contemporanea e patrimonio storico, rappresenta un incontro unico tra la potenza evocativa della tradizione e l’innovazione visiva dell’arte moderna.

Darren Almond, noto per le sue riflessioni sul tempo, la memoria e la condizione umana, presenta al pubblico una serie di opere che, con forza emotiva e intellettuale, esplorano la relazione tra l’individuo e la collettività attraverso il simbolismo degli “stracci” – i “rags”. Questi, nella visione dell’artista, si fanno metafora di esperienze vissute, frammenti di una memoria collettiva che si deteriora con il passare del tempo.

….”Mi sono ritrovato nello studio di Lucian” così racconta Darren, ”a scrutare le pieghe e le forme degli stracci accumulati con cui aveva ripulito i pennelli per l’ultima volta, dettagli che ho fotografato e ingrandito, producendo degli ampi paesaggi mentali. Ma non era sufficiente, sentivo che doveva esserci un risveglio di coscienza, nello stesso modo in cui il velo della scultura di Sanmartino riesce ad attivare narrazioni interiori. Ho applicato anche io una sorta di sudario, stendendo un velo di pittura e colore sulle tele di stracci”.

L’esposizione, che si sviluppa in vari spazi della Cappella, crea un dialogo affascinante tra la monumentalità del luogo e la riflessione intima dell’artista. Le opere in mostra, che spaziano dalla fotografia alla video arte, sono pervase da un senso di fragilità e di transitorietà, temi che si collegano perfettamente con la storicità della Cappella Sansevero, che custodisce capolavori assoluti come il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino.

Almond, in questo contesto, non solo esplora il concetto di tempo come qualcosa di lineare e immutabile, ma ne esamina anche la sua capacità di plasmare e modificare le cose, i luoghi e le persone. Le immagini, talvolta inquietanti e misteriose, rappresentano paesaggi desolati, sculture e oggetti che sembrano scivolare fuori dalla storia, come se la memoria stesse lentamente scomparendo.

Il termine “RAGS” diventa un potente simbolo del lavoro umano, della lotta quotidiana e del passare del tempo. Nelle opere di Almond, gli stracci non sono solo oggetti usurati, ma anche frammenti di storie, di esperienze individuali e collettive. Essi recano striature, residui di colore, a volte acceso, a volte attenuato dalla mescolanza tra varie tinte e dall’uso reiterato. La pittura, ormai secca, conferisce al tessuto una rigidità e una dimensione plastica. L’artista li usa come una metafora della condizione umana, un modo per interrogarsi sulla nostra relazione con la storia e con il nostro passato.

Una delle installazioni più evocative della mostra è un’area in cui gli stracci sono disposti in maniera tale da creare un paesaggio poetico e inquietante. L’uso di materiali poveri e quotidiani, come gli stracci, diventa un modo per far emergere il tema della perdita, ma anche della resilienza. In un certo senso, Almond invita lo spettatore a riflettere su come le tracce lasciate da ciascuno di noi nella storia possano sembrare effimere, ma siano in realtà parte di un continuum che attraversa generazioni.

In contemporanea Almond sarà protagonista anche di Songbirds and Willowsuna nuova mostra alla Galleria Alfonso Artiacoa pochi passi dalla Cappella Sansevero, a Piazzetta Nilo.

Una doppia esposizione che disegna un percorso nel cuore del centro antico di Napoli per esplorare e conoscere le ultime opere di Almond al confine tra vari linguaggi artistici.

© Ezio Micillo giornalista e fotoreporter

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