10 gennaio 2025
Presso la fondazione Stati Uniti del Mondo (Sala Palestina) in via Depretis 130 Napoli, si è svolta la prima presentazione del libro “Pino Daniele, Napoli e l’anima della musica: dal Mascalzone latino a Giogiò” di Pietro Perone, Edizioni San Paolo.
Federico Vacalebre, giornalista de Il Mattino di Napoli e critico musicale ha fatto da moderatore.
In una sala gremita, sono intervenuti: l’autore del libro Pietro Perone, giornalista e Caporedattore de Il Mattino di Napoli, il padre di Giogiò Cutolo – Franco Cutolo, il medico pediatra Paolo Siani fratello di Giancarlo Siani e presidente della omonima fondazione, Michele Capasso segretario generale degli Stati Uniti del Mondo ed il Cardinale Arcivescovo Metropolita di Napoli Domenico Battaglia, detto affettuosamente “Don Mimmo”. Tra i presenti anche l’assegnataria del premio Mediterraneo 2025 Amina Bouayach.
Il libro prende le mosse dalla vicenda personale di Giuseppe Daniele in arte Pino, ragazzo della zona dei banchi nuovi di Napoli, che se non avesse avuto la fortuna di essere allevato in maniera diversa dal contesto in cui è nato, il suo destino avrebbe imboccato un’altra strada e Napoli ed il mondo intero sarebbero rimasti afoni di un immenso artista.
Pino era figlio di uno scaricatore di porto che purtroppo aveva il vizio del gioco e di una casalinga ed abitava insieme ai suoi fratelli in un monolocale al piano terra, il cosiddetto “basso” napoletano. Pino sin da piccolo aveva mostrato dedizione allo studio e passione per la musica, ma date le condizioni poco abbienti della sua famiglia, era destinato a mettere da parte queste sue aspirazioni. Fortunatamente intervennero nella vita di Pino due signore ( due sorelle, le cosiddette”zie” che in realtà non erano a lui parenti) presso le quali sua madre, di tanto in tanto, faceva la colf, che venute a sapere delle aspirazioni del ragazzo lo ” adottarono” e gli permisero di studiare e di conseguire il diploma di Ragioniere all’Istituto Tecnico Commerciale Statale “Armando Diaz” di Napoli e gli comprarono una chitarra con la quale potè cimentarsi da autodidatta. Poi il resto è storia.
Nonostante Pino non avesse frequentato il Conservatorio, divenne, come già detto da autodidatta, uno dei maggiori chitarristi al mondo.
Pino rappresenta un esempio di riscatto e forza di volontà supportato dai mezzi economici.
Per cui il messaggio che lancia il libro è che tutti possono cambiare il loro destino, che sembra andare in una direzione sfavorevole, se sono supportati dai mezzi economici e tali mezzi devono essere garantiti dallo Stato.
Durante la conferenza non sono mancati spunti di riflessione sui problemi che affliggono la nostra società ed in particolare sulla condizione giovanile attuale, priva di strumenti per decodificare il bene dal male ed a rischio di esaltazione di quest’ultimo.
È stato più volte ricordato dai vari relatori, il mitico concerto che tenne Pino Daniele davanti a 200.000 persone in Piazza del Plebiscito a Napoli il 19 settembre 1981, giorno dedicato alle celebrazioni per il Santo Patrono di Napoli, San Gennaro, e periodo che concideva con la festa di Piedigrotta, ormai caduta in disuso. Pino in quel concerto lanciò due messaggi: uno di denuncia per le condizioni in cui versava Napoli in quel periodo ed un altro di speranza verso un cambiamento positivo.
A margine della conferenza Vacalebre ha dichiarato che Napoli, citando le canzoni di Pino Daniele, deve passare da Napule è ( Napoli è una carta sporca di cui nessuno se ne importa) a Quanno chiove ( tanto l’aria si deve cambiare).
Sara Buccaro