di Ezio Micillo

Oggi, 18 dicembre 2024, il Palazzo Reale di Napoli ha presentato, in anteprima alla stampa, un evento unico e suggestivo: “L’Ascensore del Re”. Alle spalle della Sala del Trono, nell’ex passetto del Generale, è stata realizzata l’installazione multimediale che consente allo spettatore di compiere un viaggio attraverso un ascensore virtuale interattivo trasportandolo, attraverso i secoli, in una narrazione visiva emozionante. Un piano per ogni secolo al quale i visitatori potranno accedere mediante una pulsantiera che li trasporta dal ‘600, anno di costruzione del Palazzo, ai nostri giorni.

Un’iniziativa che ha permesso di esplorare e rivivere la storia e la grandeur del monumentale edificio attraverso un’esperienza coinvolgente, ricca di riflessioni storiche, artistiche e architettoniche.
Il progetto è stato realizzato da Kaos Produzioni con la direzione artistica di Stefano Gargiulo.
L’idea è nata nel mese di settembre, quando il trono è stato trasportato dal Palazzo Reale di Napoli al Centro di Restauro Conservazione La Venaria di Torino per il progetto “Restituzioni” sostenuto dal gruppo bancario Intesa Sanpaolo. La preziosa seduta, dopo il restauro sarà esposta in una mostra a Roma e ritornerà nella sala della reggia napoletana a febbraio del 2026.

L’ascensore virtuale, supportata da immagini multimediali che scorrono lateralmente alle pareti della sala, incanta lo spettatore trasferendogli la sensazione del movimento, sia in salta che in discesa, proprio come in un ascensore reale. 4 piani da esplorare che corrispondono ai quattro secoli di storia di Palazzo Reale.


Schiacciando il pulsante si arriva al 1° piano, siamo all’inizio del ‘600, al tempo della costruzione dell’edificio voluta dal VI conte di Lemos. Quì si vedono scorrere le immagini proiettate che raccontano le varie successioni dei vicerè spagnoli di Napoli. Il manoscritto di renao, portiere di camera e non solo, per circa 30 anni, descrive i cerimoniali di corte. Un’autentica opera d’arte del ‘600 a Napoli riproposta con colori scuri e caravaggeschi, suggeriti dagli avvenimenti luttuosi della peste e dalle violente eruzioni del Vesuvio.
Il successivo pulsante consente di raggiungere il ‘700, con la presenza di Carlo di Borbone, dove il re diventa visibile e non è più l’entità lontana che governa dalla Spagna. Le immagini raccontano anche le trasformazioni del Palazzo, la costruzione di nuove regge che rappresentano la ricchezza del Regno Borbonico e la sua affermazione in Europa. Gli abiti sfarzosi che, attraverso accordi commerciali con l’Oriente, danno l’avvio a mode esotiche che caratterizzeranno poi il Palazzo nei dipinti e nell’arredo.

Il terzo pulsante permette di raggiungere, al terzo piano, l’800, e qui si rimane sorpresi dalla rappresentazione con una pantomima di epoca post napoleonica. Nelle varie sale appare improvvisamente il famoso incendio del 1837, a causa del quale il Palazzo conoscerà le trasformazioni architettoniche del Genovese giunte fino ai giorni nostri. Emozioni che rendono assolutamente realistica l’atmosfera trasferendo lo spettatore direttamente indietro nel tempo e facendogli riviere quei drammatici momenti.
La chiusura del secolo viene rappresentata con un ballo nelle sale che sancisce la fine del Regno Borbonico e l’avvento dei Savoia.
Infine, l’ultimo tasto della pulsantiera trasporta l’ascensore al 4° piano, sul Belvedere del Palazzo, dove la splendida vista panoramica e i suoni della città ci riportano alla contemporaneità. Una scena che può essere vissuta anche dal vivo con le visite guidate che, grazie al restauro eseguito negli ultimi anni, permettono di accedere alla parte più alta del Palazzo che non è mai stata aperta al pubblico prima di quest’ anno e la cui frequentazione, fino alla fine della monarchia, era riservata unicamente al re e alla sua famiglia.

L’evento, che ha suscitato grande interesse tra il pubblico e gli esperti del settore, ha portato alla luce una delle aree meno conosciute del Palazzo, l’ascensore che, sebbene simbolicamente legato al potere monarchico, ha acquisito un significato nuovo in questa occasione, diventando il fulcro di una narrazione che intreccia passato e presente. Un’occasione straordinaria per i visitatori di scoprire angoli nascosti e di immergersi in un percorso inedito che ha svelato segreti e curiosità legati alla reggia.
Il Palazzo Reale, con la sua imponente struttura barocca e le maestose sale, ha fatto da cornice a questo evento che ha combinato arte, cultura e tecnologia. Il titolo dell’evento, provocatorio e affascinante, invita a riflettere sul significato di “ascensore” non solo come mezzo di trasporto fisico, ma anche come simbolo di ascesa, di potere e di accesso a spazi esclusivi. Un richiamo alla storia del palazzo, che ha visto il susseguirsi di dinastie e imperi, e all’evoluzione delle tecnologie nel corso dei secoli.
Durante l’evento, i partecipanti sono stati guidati attraverso una serie di installazioni artistiche e performative che hanno reinterpretato l’idea di “ascesa” in chiave moderna, utilizzando tecnologie immersive ed installazioni multimediali. Ogni tappa del percorso ha offerto una nuova prospettiva sul Palazzo, che si è trasformato in uno spazio dinamico, in cui il passato e il futuro si sono incontrati. L’arte contemporanea, le performance e la storia si sono fuse in un dialogo suggestivo e inaspettato, capace di coinvolgere i visitatori in un’esperienza unica.
Il progetto “l’Ascensore del Re” si inserisce in una serie di iniziative volte a rendere il Palazzo Reale di Napoli un luogo non solo di conservazione storica, ma anche di innovazione culturale. Un esempio di come i luoghi storici possano adattarsi e reinventarsi, senza perdere la loro identità, per offrire nuove modalità di fruizione e di riflessione sulla storia e sull’arte.

In conclusione, l’evento di oggi ha rappresentato un’ulteriore conferma della vitalità culturale di Napoli, unendo la tradizione storica alla modernità in un percorso che ha coinvolto emotivamente e intellettualmente i partecipanti. Un’esperienza che ha fatto del Palazzo Reale un luogo di scoperta, non solo di bellezza, ma anche di pensiero, dove ogni angolo racconta una storia da ascoltare, osservare e comprendere.
© Ezio Micillo giornalista, fotoreporter