MASSIMILIANO GALLO PORTA IN SCENA IL FASCINO INTRAMONTABILE DEGLI ANNI ‘90


Di Laura Caico
Uno spettacolo effervescente, “Anni 90’… Noi che volevamo la favola!”, la nuova sfida teatrale di Massimiliano Gallo – prodotta da Carmine Gambardella e Rino Pinto con il supporto amministrativo di Nicoletta Migliucci – ha riscosso enormi consensi al Teatro Cilea (dov’è in programma dal 21 al 24 novembre e dal 28 novembre al 1 dicembre 2024) per la verve, l’energia e la sferzante carica di ironia, simpatia e fascino che l’attore napoletano ha saputo trasmettere a una platea infiammata dalla sua performance: affiancato in scena dalla eccellente cantante Carmen Scognamiglio (che ha interpretato canzoni che hanno segnato veramente un’epoca) e dalla frizzante Napolinord Big Band diretta dal Maestro Mimmo Napolitano, il brillante showman ha intervallato i suoi pezzi di bravura con le divertenti esibizioni del corpo di ballo “Anni 90 Dance” composto da Virginia Vorraro, Flavia Borghese, Claudia Lazzari, Maria Iannotti, Donatella Saraceno, Stefania Iannotti, Emanuela Genu e diretto dal coreografo Ettore de Lorenzo.
“Anni 90’… Noi che volevamo la favola!” è un caleidoscopio di momenti significativi, esilaranti, sarcastici e commoventi di un’epoca d’oro della nostra società in cui ancora non erano esplosi conflitti in tante parti del mondo ridotte a polveriere, non si immaginava la possibilità di una pandemia planetaria, non si paventavano catastrofi ecologiche e non si pensava al futuro con la stessa preoccupazione che oggi aleggia nel mondo: un arco temporale ricco di spunti, emozioni, ricordi, che Gallo rievoca con maestria, proponendo anche spezzoni di filmati, riprese televisive, ironici siparietti dedicati a personaggi della politica, dello spettacolo e della cultura, suscitando innumerevoli applausi a scena aperta da parte di un pubblico elettrizzato dalle musiche della Napolinord Big Band.
Gallo, da vero mattatore, tiene in pugno la scena con ritmo incalzante, sottolineando le fasi cruciali degli anni ’90 con assoli e duetti, toccando tante corde dell’animo e cambiando improvvisamente atteggiamento, passando dall’allegria alla serietà o alla riflessività ma sempre con un piglio filosoficamente partenopeo.
Musica d’autore, canzonette, poesia, prosa e docufilm danno ampio spazio alla cultura giovanile di cui si sentono ancor oggi gli effetti: nel narrare le bellezze, le controversie e i protagonisti dei ruggenti anni ‘90 Massimiliano Gallo snoda il fil rouge della nostra esistenza, evidenziando personaggi che hanno inciso nella cronaca e nella storia, cantando canzoni che hanno un posto speciale nel nostro cuore e proiettando sullo schermo che sovrasta il palcoscenico dei momenti particolari che fanno parte della cronaca o che sono entrati nell’immaginario collettivo: tra questi, grandi discoteche come lo studio 54 di New York e altre location di grande risonanza che hanno costituito un punto di riferimento per intere generazioni, le sfilate più stravaganti e dissacranti, le top model più famose, i politici d’assalto. In definitiva, si riflette sull’importanza degli anni ’90 e su quali siano stati i risultati dell’eredità lasciataci dalla caduta del muro di Berlino, ma non solo: si avvertono tracce anche di periodi precedenti, dalla Dolce Vita romana, alla Swinging London e alla Milano da bere e si capisce come sia stata durevole la loro influenza nella nascita di tendenze nel campo della musica, della moda, della fotografia, del cinema e dell’arte, settori che non hanno mai smesso di rinnovarsi, mantenendo però uno stretto legame con il passato che – proprio per questo e grazie a spettacoli come questo -può essere rivisitato e meditato.

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