L’IMPERATORE DI FRANCIA A CASTEL CAPUANO
di Laura Caico
L’imperatore, l’uomo, il condottiero. La Fondazione
Castelcapuano, fedele ai suoi obiettivi di promuovere e diffondere
cultura, conoscenza e tematiche di largo respiro internazionale, ha
patrocinato la presentazione del libro “Napoleone, il politico, il
militare, il giurista, il legislatore” dello studioso storico Nello
Stabile già avvocato Generale presso la Corte di Cassazione,
esperto delle dinamiche politiche, economiche, giuridiche della
fase post rivoluzionaria in Francia e del percorso di formazione
delle nuove istituzioni giuridiche e amministrative: l’evento si è
svolto nel saloncino dei busti in Castelcapuano a Napoli di fronte
a un folto pubblico di invitati, tra cui il Prefetto di Napoli Michele
Di Bari, il colonnello Claudio Mungivera vice comandante della
Legione Carabinieri Campania, il Presidente Emerito della Corte
d’Appello di Napoli Antonio Buonajuto, il già Procuratore
Generale Luigi Riello con la consorte Donatella Solidone, i
magistrati Luigi Di Mauro, Luigi Mastrominico e Bruno D’urso,
Amedeo Manzo presidente Bcc, Mariella La Rosa, Bruno
Chianese.
A introdurre e moderare l’incontro, il magistrato Aldo de Chiara
dinamico Presidente della fondazione Castelcapuano e deus ex
machina della manifestazione; dopo gli indirizzi di saluto di Maria
Rosaria Covelli Presidente della Corte d’Appello di Napoli, Aldo
Policastro Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di
Napoli, Carmine Foreste presidente dell’Ordine degli Avvocati di
Napoli si sono susseguiti gli interventi di Gianni Mammone già
primo presidente della Corte di Cassazione, Roberto Reali
presidente del tribunale di Roma, Antonio Gialanella già
procuratore generale di Napoli FF, Marco Miletti docente di storia
del diritto medievale moderno e del giudice Costituzionale Maria
Rosaria Sangiorgio, autrice della brillante prefazione del libro che
lei dichiara “un caposaldo nella comprensione del percorso degli
avvenimenti tumultuosi che segnano l’evoluzione storica del
processo post rivoluzionario, del suo assestamento e dell’avvio
dello Stato moderno” . Convinta che “La conoscenza del passato
resta la chiave di lettura per la comprensione del presente”, la
Sangiorgio sottolinea che nel testo “sono state largamente
utilizzate le fonti documentali ed epistolari tratte dalle raccolte di
atti, documenti e lettere realizzate a cura di Napoleone III della
fondazione Napoleone: proprio grazie alle fonti dirette, la
narrazione assume i caratteri di immediatezza che rendono il
lettore quasi partecipe degli avvenimenti e la figura dello statista si
stacca dalla cornice storica specifica, diventando quasi un
personaggio dei nostri giorni mentre vengono ben illustrati i
profondi legami tra le riforme e i processi di trasformazione della
società”. Ed effettivamente, tutti i relatori si sono soffermati sulla
riforma amministrativa dello Stato e sul principio di
accentramento di gerarchia in cui il prefetto viene posto al centro
dell’amministrazione: d’altronde, la figura istituzionale è tuttora
presente nell’ordinamento giuridico di molti Stati tra cui l’Italia ed
è ad essa che vengono affidate alte responsabilità istituzionali e di
governo. Nelle loro disamine i relatori hanno evidenziato come il
codice civile dei francesi del 1804 sia giustamente definito
“Codice Napoleone” perché senza il fattivo sostegno e l’incisivo
imput di Bonaparte il codice non avrebbe potuto oltrepassare il
forte ostacolo rappresentato dallo stesso consiglio di Stato,
basilare per le decisioni operative del governo; d’altronde, lo
stesso Napoleone ne rivendicava la paternità affermando “ho
creato un codice che porterà il mio nome nei secoli più lontani”
prevedendo con lungimiranza come esso avrebbe accompagnato la
trasformazione dello Stato feudale in Stato moderno. Nel corso
degli interessanti e approfonditi interventi, è emerso chiaramente
come il generale corso sia stato l’ideatore della comunicazione
moderna, esercitando un ferreo controllo sociale sulla stampa e sui
giornali, piegando la libertà di espressione e l’accesso
all’informazione ai suoi voleri e realizzando una forma
indipendente di autoritarismo politico.
La visione geopolitica mondiale di Napoleone viene analizzata –
sia nel libro che nei dotti interventi dei relatori – con scrupolo e
stretta adesione agli incartamenti dell’epoca da cui si evince che i
valori del Codice del 1804 hanno ispirato numerosi codici europei,
consentendo – attraverso analisi comparative dei vari sistemi
giudiziari – di comprendere meglio avvenimenti di grande attualità
attraverso il fil rouge che ci lega al passato.