©ivan nocera

Da giovedì 17 ottobre 2024, Teatro Elicantropo di Napoli
Lido per mari unici di Francesca Morgante
In scena un viaggio nell’inconscio tra tenerezza e scoperte,
estati indimenticabili, incontri che scuotono e frammentano

È estate, Lei, trentenne di origini napoletane, ha avuto una giornata difficile. Raggiunge la
nonna a casa e lì si addormenta. Prende vita da qui il racconto della protagonista di Lido
per mari unici, spettacolo scritto, diretto e interpretato da Francesca Morgante, che sarà
in scena, da giovedì 17 ottobre 2024 alle ore 20.30 (in replica fino a domenica 20), al
Teatro Elicantropo di Napoli.
Presentato da Progetto L’Ait con il sostegno di Teatro Segreto, l’allestimento si avvale delle
scene a cura di Vincenzo Fiorillo e Paolo Iammarrone, l’ideazione e la realizzazione del
costume di Luciana Donadio, le musiche di Ivo Parlati, il disegno luci di Sebastiano
Cautiero, e la voce fuori campo di Luca Lombardi.
Lido per mari unici è un coro tragicomico messo in battuta da un solo corpo, e la
narrazione traccia un confine tra il quotidiano/reale e il sogno/immateriale.
Non è un caso che la protagonista abbia un contatto con la nonna poco prima di
addormentarsi. Il sogno, infatti, nella sua messa in scena ‘distorta’ e apparentemente
confusa, prende vita proprio dalla nascita, dalla famiglia e dall’infanzia.
In sogno rivive gli incontri più significativi della sua crescita, alcuni molto esilaranti, altri
significativi per altre questioni. Questi personaggi hanno a che fare, nella sua mente, con
l’estate.
Lei, infatti, è il lido, la spiaggia, bagnata da più mari: incontri, azioni, ricordi, esperienze.
Passato e presente le si ripropongono in sogno come peperoni durante la digestione. Un
viaggio nell’inconscio tra tenerezza e scoperte, estati indimenticabili, incontri che
scuotono, frammentano.
«Il sogno – così Francesca Morgante in una nota – mi suscita molta fascinazione,
soprattutto per quella che io spesso vivo sognando, ovvero per la sovrapposizione di
eventi, suoni e parole stratificate tra inconscio e quotidianità. Secondo questa modalità di
sovrapposizione, ho creduto di strutturare il lavoro, facendo parlare i personaggi, che si
avvicendano dall’inizio alla fine del racconto».
Tutto respira da un’altra prospettiva mentre lei, tra un tuffo e l’altro, sembra non respirare
più per il dolore. Nel momento stesso in cui sta per mollare, circondata dalla gabbia d’oro
che le hanno costruito intorno, il sogno interviene a salvarle la vita.
«L’uomo è natura onirica. Il sogno è una realtà profonda e latente, che circonda la veglia
con la sua presenza insieme fantastica e concreta. Per questo la strada per eccellenza che
porta l’uomo a ritrovare la sua essenza è quella del sogno» (Salomon Resnik).

Lido per mari unici di Francesca Morgante
17 ˃ 20 ottobre 2024 – Teatro Elicantropo Napoli, Vico Gerolomini 3
Inizio spettacoli ore 20.30 (dal giovedì al sabato), ore 18.00 (domenica)
Info e prenotazioni al 3491925942 (mattina), 081296640 (pomeriggio)

Da giovedì 17 a domenica 20 ottobre 2024

CARTELLA STAMPA

Ufficio stampa Raimondo Adamo
mob +393487569222 email teatroelicantropo@raimondoadamo.it
FB raimonadamo1  IG raimonadamo  TW raimonadamo IN raimondoadamo

Teatro Elicantropo Napoli

(repliche ore 20.30, dal giovedì al sabato, e ore 18.00, la domenica)

Progetto L’Ait con il sostegno di Teatro Segreto

presenta
Lido per mari unici

scritto, diretto e interpretato da Francesca Morgante

aiuto regia Angela Rosa D’Auria
scene Vincenzo Fiorillo e Paolo Iammarrone
ideazione e realizzazione costume Luciana Donadio

musiche Ivo Parlati
light designer Sebastiano Cautiero
voice off Luca Lombardi
Durata 55 minuti

Sezione Osservatorio Campania Teatro Festival 2023

Lido per mari unici è un coro tragicomico messo in battuta da un solo corpo. La narrazione
traccia un confine tra il quotidiano/reale e il sogno/immateriale. Non è un caso che la
protagonista abbia un contatto con la nonna poco prima di addormentarsi: il sogno, infatti,
nella sua messa in scena ‘distorta’ e apparentemente confusa, prende vita proprio dalla
nascita, dalla famiglia e dall’infanzia.
Il sogno mi suscita molta fascinazione, soprattutto per quella che io spesso vivo sognando,
ovvero per la sovrapposizione di eventi, suoni e parole stratificate tra inconscio e
quotidianità.
Secondo questa modalità di sovrapposizione, ho creduto di strutturare il lavoro, facendo
parlare i personaggi (una decina fra coprotagonisti e comparse), che si avvicendano
dall’inizio alla fine del racconto.
Mettendo in scena ‘il sogno’ della protagonista ho intrapreso un’indagine analitica di
stampo psico-filosofico. Oltre che Freud, per ciò che rievoca la ‘confusione’ del sogno, ho
trovato molto calzante e ispirante la visione di S. Resnik.
Nel suo “Il teatro del sogno” S. Resnik contestualizza il sogno come un allestimento
teatrale, una vera e propria rappresentazione in cui ‘attori’ sono elementi concreti e
fantastici connessi, in qualche modo, alla realtà: “L’uomo è natura onirica. Il sogno è una
realtà profonda e latente, che circonda la veglia con la sua presenza insieme fantastica e
concreta.
Per questo la strada per eccellenza che porta l’uomo a ritrovare la sua essenza è quella del
sogno.”

CARTELLA STAMPA

Ufficio stampa Raimondo Adamo
mob +393487569222 email teatroelicantropo@raimondoadamo.it
FB raimonadamo1  IG raimonadamo  TW raimonadamo IN raimondoadamo
Ecco perché, in molti casi, nello sviluppo della storia, la cifra è spesso antinaturalistica,
proprio per prendere distanze dalla ‘modalità reale’ che appartiene al mondo esterno. Ho
riscontrato poi in Resnik un dato fondante rispetto all’interpretazione del sogno e alla
matrice culturale stratificata in noi nel processo di crescita.
A tal proposito Resnik dice: “Interpretare un sogno ha anche un’implicazione sociale: la
lettura del sogno ha il valore di un’esperienza antropologica e archeologica insieme, una
ricerca nel passato culturale”.
Ecco che il sogno e quindi la messa in scena, rievoca memorie, sonorità dialettali e
musicali ‘masticate’ e ‘assorbite’ dalla protagonista nei giorni di vacanza al mare o in
Irpinia.
La struttura narrativa che procede per frammentazioni, approfondite quando funzionali allo
sviluppo della storia, come nel caso dei coprotagonisti che prendono voce, mi ha suggerito
uno studio sui personaggi che vede l’uso della vocalità e del corpo, senza particolari orpelli
intorno, elementi fondanti la messa in scena.
Nonostante si proceda per ‘narrazione’ dei vari momenti del sogno della protagonista, il
conflitto posto in essere ha a che fare con l’inquietudine e il modo di uscirne. La nonna,
rivolgendosi a Lei bambina, per aiutarla a defecare sul vasino dice ‘Stringi i pugni a nonna’.
Nel suo immaginario, se stringe i pugni, potrà finalmente liberarsi dalle scorie. Nel caso
specifico dalla gabbia di cui lei stessa si è circondata per non essersi ascoltata. E dunque
potrà liberarsi dalla relazione nociva che le provoca, nella realtà come in sogno,
sofferenza.
Un elemento distintivo, declinato da tutti i comparti, è senz’altro quello della distorsione,
funzionale al passaggio tra la realtà e la veglia, fino al sonno più profondo. Sono
particolarmente legata a questo lavoro, per il focus sulla ‘scelta’ e la ‘memoria’ come
elementi di crescita dell’essere umano e per tutto il mondo caro che vi è racchiuso. In esso
la conflittualità dà vita ad un’altra vita; pone in essere un’evoluzione.
Cosa augurarsi di più?!

Francesca Morgante

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