Teresa Iorio nel breve racconto di Gennaro D’Aria intitolato: “Innamorarsi a Napoli” pubblicato su Livejournal il giornale di Gennaro.

In questo breve ma significativo racconto Gennaro narra dell’incontro casuale di due persone Angelo e Matilde le quali, dopo aver simpatizzato e scoperto di avere gli stessi interessi, passeggiando per Napoli, ammirandone le meraviglie dei luoghi e del panorama, dopo una gustosa pizza si scoprono innamorati-

E la pizza dove potevano gustarla se non dalla mitica Teresa Iorio, maestra incontrastata del mondo pizza e due volte campionessa del mondo?

“Ho scelto Teresa, mi ha detto Gennaro, naturalmente in primis per la sua pizza di alto livello, e poi perché, oltre a legarci una solida e fraterna amicizia, Teresa rappresenta l’allegria, l’umorismo la sincerità e la cordialità di noi Napoletani. Nella sua grandezza umana e professionale, è restata umile, e sempre disponile nel dare una mano a più deboli. Non si è mai montata la testa, come si dice, ma è rimasta la semplice ragazza indefessa lavoratrice, che affronta i problemi quotidiani con sacrifici ma prima vengono gli impegni economici presi son i suoi dipendenti. Nessuno mai è andata a casa senza la paga settimanale anche se a volte ci ha rimesso di tasca propria. Questo lo spirito ed i nobili sentimenti di Teresa e dei napoletani autentici.” 

E come dargli torto. Tutto ciò l’ho constatato di persona e, Gennaro di tutto quanto ha detto non ha sbagliato una virgola. Teresa ti accoglie, (come se ti conoscesse chissà da quanto tempo, e ti fa sentire subito persona di famiglia), con eleganza e allegria. Un’allegria contagiosa che ti manda in estasi e ti fa amare di più Napoli e la sua pizza. Da Teresa si respira davvero l’aria di Napoli.

Ho trascorso qualche ora davvero eccezionale.

Riporto in breve il racconto: “Innamorarsi a Napoli”, del quale Gennaro ha anche pensato di farne un cortometraggio. Teresa come ovvio interpreterà sé stessa.

Innamorarsi a Napoli 

Tra una tazza di caffè, una sfogliatella e, una pizza

Mancava un quarto alle 16 quando Alberto, dipendente di una ditta di Import ed Export,  si sedette al tavolino del bar dello sport in piazza Mazzini, per l’appuntamento che aveva con Mirella alle 16. Si erano conosciuti al supermercato il giorno prima, mentre facevano la spesa allo stesso banco alimentare, scambiandosi varie opinioni riguardo ai prodotti in vendita e ai prezzi in eccessivo aumento nonché riguardo alle pubblicità televisive che fanno il lavaggio del cervello nel consigliare un prodotto, quello che Pasolini definiva mutazione antropologia. Cioè, studiano  a tavolino come manipolare le persone facendole apprezzare ciò che loro vogliono venga apprezzato-  

Dopo essersi presentati decisero di rivedersi il giorno dopo alle 16 al bar dello sport per un caffè, veramente fu Alberto a proporlo e lei accettò di buon grado.

Alle 16.10 Mirella arrivò di corsa chiedendo scusa per il breve ritardo. Ma era stata trattenuta in ufficio, (uno studio notarile dove lavorava già da tre anni). Prese posto di fronte ad Alberto ed iniziarono a parlare dei loro rispettivi impegni lavorativi, del loro estenuante lavoro, mentre sorseggiavano una tazza di caffè e gustavano una calda sfogliatella frolla.

Era una bella giornata estiva inondata dal sole e, dopo aver consumato caffè e sfogliatella, andarono a fare una passeggiata sul lungomare e per le vie di Napoli ammirando le bellezze della città. Alberto, amante e conoscitore della storia millenaria di Napoli, spiegava, con dovizia di particolari, la storia di ogni strada, di ogni vicolo, di ogni monumento. Mirella lo ascoltava con interesse apprezzando la sua conoscenza di eventi, date importanti, origini e costruzione di monumenti di fama mondiale. Avendo chiesto entrambi, ai rispettivi luoghi di lavoro, il pomeriggio libero, si recarono al Pio monte della misericordia in via dei Tribunali per ammirare la stupefacente opera di Caravaggio intitolata: Le sette opere di misericordia: “Seppellire i morti, visitare i carcerati, vestire gli ignudi, dar da bere agli assettati, ospitare i pellegrini, dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati” Tutti su di una sola tela. Tela che fu dipinta tra il 1606 e 1607 nel suo soggiorno a Napoli. Mirella restò sorpresa di fronte a tale meraviglia. Il capolavoro dei capolavori del Museo Pio monte della misericordia. 

L’ultima tappa fu raggiungere a piedi il Monte Echia, dove si gode di un panorama stupendo. Dove vi sono i resti della villa di Lucullo. E dove, su quel spuntone roccioso, vi sono ben tremila anni di storia. Mirella non ne era a conoscenza. Non c’era mai stata. Restò incantata del luogo. Dal fascino che emana sia per la posizione geografica sia per la sua origine. 

Trascorsero insieme diverse ore rallegrandosi reciprocamente del piacere di stare insieme. Scese la sera. Andarono a mangiare una squisita pizza Margherita in uno dei locali più frequentati dai cittadini e dai turisti. La famosa pizzeria delle figlie di Iorio della campionessa del mondo Teresa Iorio. Gustarono una pizza: “comme sule ‘a Napule ‘a sanne ffà!”. A seguire, assaggiarono la mitica pizza fritta. Una divisa in due.

Usciti dalla pizzeria soddisfatti ed armoniosi si trovarono perdutamente innamorati. Si guardarono negli occhi e si baciarono sotto le luci dell’insegna che illuminavano i loro volti. Qualcuno applaudì al loro bacio. Si allontanarono.

Angelo portò Mirella a casa sua e trascorsero una stupenda ed incantevole notte d’amore. Grazie a Napoli al suo sole e alla sua storia. Grazie al caffè alla sfogliatella e alla pizza. Napoli è una città che inevitabilmente fa innamorare. 

Le foto le ho rubate da Gennaro dai suoi vari blog.

Tiziana Ferraro

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