Per il San Marzano è trend positivo. Buona la resa, costi invariati per i consumatori
Napoli. Rese meno alte, buona la qualità. Nonostante il cambiamento climatico che ha generato
nuovi costi alla produzione, si prospetta una buona annata per il pomodoro da industria anche a
causa di un leggero calo delle spese contrattuali. In aumento gli areali di produzione e le superfici
coltivate, cala anche il prezzo della banda stagnata che eviterà maggiori rincari delle lattine e ai
consumatori maggiori costi al carrello della spesa.
“Siccome i pomodori hanno raggiunto la maturazione contestualmente in diversi areali di
produzione e sono aumentate le superfici coltivate, la materia prima ad agosto è stata pagata sotto i
prezzi di contratto”, afferma Claudio Esposito, direttore commerciale di Nolano (nella foto),
cooperativa agricola di Acerra e di trasformazione del Pomodoro San Marzano. “Le industrie non
possono spostare il prezzo di contratto ma applicano percentuali di scarto anomale per tagliare di
fatto i prezzi. Purtroppo il pomodoro è un prodotto su cui i dati sono frammentati e la situazione è
poco chiara anche per i vertici dell’Anicav”.
Una qualità altissima, dunque, che migliora negli anni, nonostante non ci sia “un significativo
aumento degli ettari coltivati nell’areale di coltivazione del “San Marzano”, aggiunge Esposito.
Infatti, alla media annua di 340 ettari, quest’anno se ne sono aggiunti solo una ventina. Complici di
questa mancata espansione il cambiamento climatico che ha generato maggiori costi, tra cui,
l’irrigazione e i trattamenti sanitari, ma, soprattutto, una remunerazione al limite della sostenibilità
economica degli agricoltori (nel 2023 il ricavo è stato di 66 centesimi al chilo).
Per fare un termine di paragone, la superficie utilizzata per la coltivazione del pomodoro San
Marzano è lontana anni luce da quella degli anni 80. L’area di potenziale coltivazione del San
Marzano si estende infatti su oltre 16.000 ettari toccando, anche se parzialmente, 41 comuni, mentre
la superficie coltivata attualmente è di circa 370 ettari in gestione ai soci della cooperativa.
Nolano nasce da una storia di impegno e passione per la coltivazione del San Marzano. L’ultima è
quella di ritorno di giovani che, dopo gli studi al Nord, tornano a casa per innovare e per valorizzare
il prodotto che i nonni curano da oltre 60 anni, in un contesto diverso. Per le sue caratteristiche
impareggiabili, il San Marzano è il pomodoro più imitato al mondo. “Proteggere l’autenticità e, allo
stesso tempo, valorizzare il San Marzano è essenziale per mantenere la sua qualità, la reputazione e
il valore economico per i produttori locali”, commenta Esposito, direttore commerciale di Nolano (a
dx nella foto con Giuseppe Coletti al centro e Dario Nolano a sx). “Posizionare un prodotto di alta
qualità è una sfida impegnativa e faticosa per le nuove imprese che entrano in un mercato maturo ed
affollato, purtroppo, anche da molte imitazioni. Scegliere l’innovazione della tracciabilità digitale
del San Marzano in blockchain è una leva strategica per il giusto posizionamento delle nostre
eccellenze”.
Proprio per questi motivi Nolano ha scelto Authentico, azienda leader nella certificazione digitale di
filiera in blockchain, per tracciare le sue conserve dal campo alla tavola. Una scelta di totale
trasparenza nei confronti dei partner e dei consumatori. Infatti, grazie alla scansione del QR code
impressa su barattoli e lattine è possibile scoprire la vera origine di ogni lotto di pomodoro,
addirittura geolocalizzando i campi dove sono stati coltivati.
A tal proposito Giuseppe Coletti, ceo e co-founder di Authentico, sottolinea che “Nolano
rappresenta l’esempio di quella gioventù virtuosa, che va a studiare fuori regione ma poi decide di
rientrare nel territorio di origine per subentrare nella conduzione delle aziende di famiglia,
trasformandole in imprese moderne e mettendo in atto azioni concrete che valorizzano le colture per

accedere a nuovi canali di vendita, soprattutto, esteri”. Delle due le varietà ammesse da disciplinare
Dop, Nolano ha scelto di coltivare esclusivamente il Kyros, la varietà più recente, più resistente ad
alcune malattie ed apprezzata da molti per le qualità gustative e per la solida struttura.
Eduardo Cagnazzi

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