La pausa pranzo, si sa, contribuisce alla produttività di ogni lavoratore e al suo benessere generale. Permette infatti di ricaricare le proprie energie, oltre ad essere un’occasione preziosa per il riposo mentale: lontano dalle responsabilità lavorative, ci si può infatti rilassare, ridurre lo stress e prevenire il burnout.

Ed è proprio il lunch break ad essere il protagonista della ricerca condotta da American Pistachio Growers – associazione no profit che unisce i coltivatori di pistacchi americani – in collaborazione con mUp Research, al fine di indagare le abitudini alimentari dei campani nel corso della loro normale giornata lavorativa e scoprire quali siano i fattori che influenzano i comportamenti alimentari sul luogo di lavoro.

Secondo i risultati della survey, per i campani la pausa pranzo è sacra: infatti, se la concedono regolarmente l’82% degli intervistati. Tuttavia, la mancanza di tempo(lo dicono 2 individui su 3 fra coloro che a volte si trovano costretti a saltare la pausa pranzo) è l’ostacolo principale alla regolarità nello svolgimento della pausa pranzo, ma anche l’assenza di spazi adeguati dove consumare il proprio pasto (2 individui su 5) e l’impossibilità di variare la propria alimentazione (1 su 5) costituiscono un impedimento.

Inoltre, poco meno di 3 campani su 10 giudicano “corretta” la propria alimentazione quotidiana sul luogo di lavoro: secondo coloro che non ritengono di alimentarsi correttamente, il problema più importante è rappresentato proprio (e ancora una volta!) dalla mancanza di tempo. Lo sostengono infatti 2 individui su 5 fra coloro che ritengono di non alimentarsi correttamente sul luogo di lavoro.

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