Dichiarazione del Vicepresidente nazionale e Presidente regionale di
Piccola Industria Confindustria Pasquale Lampugnale sul tema
della decontribuzione
“Il mancato rinnovo della decontribuzione Sud dopo il 30 giugno
rischia di penalizzare pesantemente le nostre Pmi”. A parlare è il
Vicepresidente nazionale e Presidente regionale di Piccola Industria
Confindustria Pasquale Lampugnale
“La misura – continua il numero uno delle Pmi campane – introdotta
nel 2021 fra gli aiuti post-pandemia per ridurre del 30% il costo per
le imprese dei contributi per i dipendenti, è diventata a tutti gli
effetti uno strumento concreto di sostegno alle imprese (reduci da
anni difficili causa Covid e conseguenze dei conflitti internazionali
sui costi delle materie prime e dell’energia) utile per favorire
l’occupazione, attrarre investimenti e quindi provare a ridurre il gap
con il Nord rendendo il Sud sempre più centrale e meno periferico
Uno strumento dunque integrato con il PNRR e con i fondi sviluppo
e coesione che ha funzionato bene in questi anni, grazie anche alla
sua natura di intervento diretto nei meccanismi previdenziali e alla
capacità di garantire a favore delle imprese una spendibilità
immediata e automatica.
Non rinnovare la decontribuzione Sud, che doveva rimanere
tecnicamente attiva fino al 2029 con un graduale decalage
dell’abbattimento dell’aliquota contributiva (30% fino al 31
dicembre 2025, 20% per le annualità 2026 e 2027, 10% per il 2028
e 2029), costringerà molte aziende a rivedere la propria
pianificazione finanziaria, con consistenti ricadute negative
sull’occupazione. E questo non va bene: le imprese devono poter
pianificare con serenità, nel mantenimento dei tempi e di regole
certe le proprie strategie di sviluppo, i propri investimenti e piani di
assunzione. Non si può, durante “il gioco”, cambiare le regole e
anticipare i tempi. Ecco perché la decontribuzione va assolutamente
riattivata”.
