LUISA CONTE, LA STORIA DEL TEATRO A NAPOLI
di Laura Caico
Una protagonista delle scene. Ad inaugurare la rassegna
“Cinque donne per la storia di Napoli” presso le Gallerie
D’italia in via Toledo a Napoli – di cui è Vicedirettore
Antonio Ernesto Denunzio – è stata la figura di Luisa Conte,
una grande e indimenticata attrice teatrale italiana, a
trent’anni dalla morte (30 gennaio 1994) e a cento anni dalla
nascita (27 aprile 1925). La Conte fu interprete di grande
spessore e stella indiscussa del teatro napoletano, a fianco
di giganti del palcoscenico quali Eduardo De Filippo e Nino
Taranto, lasciando alla città un’eredità straordinaria con la
sua “creatura”, il Teatro Sannazaro di Napoli che ha avuto –
e ha tuttora – un posto di rilievo nel tessuto artistico della
terra di Partenope. Insieme al consorte Nino Veglia e alla
figlia Brigida Veglia, Luisa Conte volle restaurare il
Sannazaro -fondando nel 1970 la Compagnia Stabile
Napoletana del Teatro Sannazaro di Napoli – ridonandogli
nuova linfa vitale per farne un riferimento culturale per la
città, con un imprimatur “veracemente napoletano”, un
teatro di tradizione attento alla produzione artistica della
città. A portare avanti il suo sogno sono oggi le bellissime
nipoti, Lara e Ingrid Sansone, attrici di razza, intervenute
all’evento insieme al valente professore Francesco
Cotticelli, Università degli Studi di Napoli Federico II e all’amica e
scrittrice Gioconda Marinelli sua attenta biografa: non
poteva, quindi, iniziare meglio il ciclo di incontri (dedicato
a protagoniste del mecenatismo, delle arti, della vita

politica e culturale della città di Napoli) collocato
nell’ambito della mostra “Napoli al tempo di Napoleone.
Rebell e la luce del Golfo” ‘ (a cui sono dedicati gli incontri
su due figure femminili dell’età napoleonica, Carolina
Murat, personalità centrale anche dell’esposizione ed
Eleonora Pimentel Fonseca), con l’afflato tutto partenopeo
di chi ha saputo raccontare con la sua arte scenica la storia
di un popolo, le sue cadute, i suoi riscatti, la filosofia che
permea tutto il suo vissuto.
Luisa Conte è stata ricordata con grande emozione dalle
nipoti Ingrid (che ne rammenta, riconoscente, la disciplina e
l’amore per il teatro che ha saputo trasmetterle sin da
bambina come maestra di scena che esigeva grande
puntualità e attenzione, per imparare il mestiere dalla
gavetta) e Lara direttore artistico del Centro di Produzione
Teatrale Tradizione e Turismo-Teatro Sannazaro di
Napoli che mantiene vivo il fervore artistico di famiglia con
le sue brillanti interpretazioni e le sapienti regie teatrali.
Entrambe hanno sottolineato che “nonna Luisa” volle
fortemente diventare proprietaria del teatro miseramente
decaduto, restituendogli la dignità di luogo di
intrattenimento di alto profilo, con molti sacrifici e
investimenti finanziari: la proiezione di vari spezzoni di
film che la vedono recitare accanto a Eduardo De filippo,
Nino Taranto, Tina Pica hanno caricato l’atmosfera di
emozione per gli spettatori. Rivedere sullo schermo il volto
e le movenze di Luisa Conte che – per chi l’ha conosciuta,

ammirata e applaudita – era un mito vivente, crea il prodigio
di un tuffo in un passato pieno di sentimento, di vibranti
passioni, di spiriti indomiti capaci di affrontare la vita con
orgoglio, dignità e grande umanità.
Tra gli interventi più interessanti, quello della grandiosa
scrittrice Giuliana Gargiulo che, andando indietro con la
memoria, ha rievocato i tanti momenti felici passati assieme
a Luisa e la grande, affettuosa amicizia che le legava: altri
bravissimi attori si sono avvicendati ai microfoni per
lasciare una personale testimonianza su Luisa Conte come
il talentuoso Mario Aterrano che ne ha rievocato la
carismatica figura e il simpatico Gino Corcione che ha
voluto ricordare alcuni episodi della gavetta e della carriera
fatta accanto al “suo” capocomico Luisa Conte, severa ma
precisa nel correggere difetti d’impostazione e resa scenica,
che sapeva tenere in pugno gli attori e non esitava a
esprimere un rimprovero (comprensibile solo agli addetti ai
lavori) anche in mezzo a una scena dal vivo, per dare al
pubblico il grande dono di un’arte impeccabile che rimane
scolpita nei cuori di chi ha avuto il privilegio di assistervi.

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