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Giovanni Simeone ha rilasciato una lunga intervista a Marca in vista del match di domani sera che il Napoli giocherà al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid. Queste le sue dichiarazioni principali:

Che Napoli troverà il Real Madrid?
“Una squadra con tanta voglia ed energia. Abbiamo battuto l’Atalanta e visto già qualcosa del Napoli della passata stagione. Stiamo iniziando un cammino per lottare per le prime posizioni. Vogliamo fare una grande partita a Madrid”.

L’inizio stentato di stagione?
“Abbiamo fatto qualcosa di storico. E la mente gioca un ruolo fondamentale nel potersi rilassare o credere che sia tutto facile. Le squadre poi prima affrontavano un Napoli “aspirante”, ora uno campione. Ma siamo sulla strada giusta”.

Il murales di Maradona?
“Ci puoi andare solo di notte, un lunedì magari, e tardi. E’ l’unico momento in cui puoi godertelo. L’unico pazzo che è andato lì quando il Napoli è diventato campione contro l’Udinese è stato mio padre: si è nascosto ed è andato”.

Segnare al Bernabeu sarebbe speciale?
“Sì, soprattutto per l’importanza della partita. Non lo vedo però come un sogno particolare, come sarebbe per esempio un gol in finale di Champions League. Segnare al Bernabeu è un obiettivo della mia carriera, per dimostrare a me stesso e alla squadra che siamo una delle migliori squadre d’Europa”.

Un Simeone che gioca al Bernabeu richiama sempre l’attenzione…
“E’ speciale per il Napoli ma pure per me, perché ho vissuto tutta la vita con l’Atletico Madrid nel petto. Ho sempre avuto la maglia dell’Atletico, sono un grande tifoso al di là di mio padre. Segnare o vincere al Bernabeu è qualcosa da raccontare ai tuoi figli”.

Che accoglienza si aspetta?
“Sapranno che c’è un Simeone in campo, con la garra e la personalità di mio padre, è la stessa. Vado a morte su ogni pallone, che sia al Bernabeu o in un altro stadio”.

Favorite in Champions?
“Le solite… Oltre al Real, il City è una squadra che entusiasma. Proveremo anche noi ad essere lì fra quelle”.

La vedremo un giorno ne LaLiga?
“Mi mancano ancora tanti anni di carriera e spero un giorno possa succedere. Il calcio dà tante possibilità e spero un giorno di poter essere vicino a mio padre e di non dover prendere l’aereo per vederlo”.

Perché non sceglierebbe mai una squadra allenata dal Cholo?
“Perché è difficile entrare in un gruppo dove tuo padre è l’allenatore. I giocatori sono egoisti, potrebbero dire “c’è il figlio di Simeone…”. O magari devono parlare dell’allenatore e ci sono io lì… Sarebbe complicat

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