Comunicato stampa
Un collega ha chiesto un parere su una mail ricevuta da una
compagnia aerea Iata; è lecito chiedere un minimo di fatturato
per poter emettere, con loro, la biglietteria? E la licenza IATA a
cosa serve?
Perché si paga l’iscrizione alla Iata: per avere un servizio con il
quale non si può parlare ma solo obbedire? Qualsiasi
osservazione è sbagliata, perché certamente la volontà è di
avere pochi codici IATA, avere dei consolidatori in barba al libero
mercato.
Ma la cosa più assurda è che per essere agenzia IATA si paga
un’affiliazione. L’idea è avere pochi codici IATA funzionanti:
quindi è meglio avere grossi volumi di affari che pagano
overcommission, che prendono importi maggiori dai Gds, a
fronte di un libero mercato.
Ora le domande sono tre:
-in un libero mercato una compagnia aerea può impedire
l’emissione dei suoi biglietti a un’agenzia per la poca
produttività?
-La seconda domanda è come mai c’è un latente silenzio da
parte di tutti?
-La terza, é meglio avere un grosso contenzioso o tanti piccoli
eventuali contenziosi?
Probabilmente non siamo in un libero ed etico mercato, non è
importante avere tanti piccoli imprenditori ma poche grosse
realtà e tutto questo va in contrasto con le compagnie low cost
che non vogliono le Olta, le grosse agenzie, ma vorrebbero il
rapporto con le piccole agenzie.
Un intervento da parte della magistratura sarebbe auspicabile
per capire le normative in essere ma certamente non lo può fare
una piccola agenzia a cui quest’intervento legale costerebbe
troppi soldi nei tre gradi di giudizio.
Cesare Foá

Associazione agenzie di viaggi #ADVUNITE
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