CARLA LIBRERA, UNA DONNA “IN PISTA”.
Il “non posso” non esiste. Se non ti poni dei limiti, questi non ci saranno e si potranno
determinare dei risultati che vanno oltre a quello che la nostra mente può pensare.
Laura Bufano
Viviamo, con grande tristezza, un momento di recrudescenza della violenza maschile
perpetrata sulle donne: mamme, sorelle, figlie, fidanzate, mogli, donne giovani e
meno giovani. La condizione svantaggiata della donna non è diminuita, ma è
fortunatamente progredita nei fatti. Raccontare di Carla Librera, imprenditrice
napoletana, può contribuire a modificare alcuni punti di vista e di conseguenza certi
modi di agire. La Librera, può rappresentare una condizione più ampia della
creatività e dell’operosità con il suo sentirsi : Fortunata, Libera e Testarda
nell’accezione più positiva. Non possiamo prescindere dall’infanzia di Carla e di
come la vita l’abbia condotta all’autodeterminazione nel sapere prendere decisioni
riguardanti la qualità della propria esistenza, libera da interferenze ed influenze
esterne. Carla nasce a Napoli, a soli dodici anni perde il papà. Tre generazioni di
donne nella sua crescita: la nonna, con una laurea in Filosofia, per la quale Carla
nutre una grande stima; la mamma, preside; la sorella, Wanda, più grande di lei di
diciassette anni, una seconda mamma. Carla ricorda il loro grande sostegno, di come
è stata amata e coccolata, e comincia a parlare di fortuna… Una bambina timida, la
Librera, che arrossisce se si trova al centro dell’attenzione. Maturità classica, e
Facoltà di Matematica, frequenta per i primi due anni l’Università di Firenze, ed lì
che incontra Piero, a soli vent’anni lo sposa. Si laurea alla Federico II. Dalla loro
unione nascono due figli maschi, intanto Insegna Matematica a Lecce e poi a Napoli.
Carla si rende conto via, via, che l’uomo che ha sposato è una persona anaffettiva e
il loro matrimonio non può continuare. Durante un viaggio in Romania incontra
l’uomo della sua vita al quale darà un figlio. Amore e complicità accompagnano il
loro matrimonio, poi la svolta professionale: Blueberry, un’azienda con sede a
Marcianise (CE) che ricerca, testa e sviluppa prodotti dermo-cosmetici per conto
terzi. E’ proprio questo che suo marito ama fare e Carla, donna concreta, lo sostiene.
Blueberry diventa un’azienda di famiglia dove anche i suoi tre figli trovano spazio. La
bambina timida ha ceduto il passo ad una donna risoluta, determinata, grintosa,
energica e caparbia. Cresce l’azienda, fornisce Italia ed estero garantendo, anche su
grandi numeri, una qualità artigianale con formule quasi tutte di origine naturale.
Nel 2018 la società ha aperto una seconda sede a Milano. Carla coglie tutta l’energia
lavorativa che si vive a Milano e l’allegria della sua città, un mix che favorisce la sua
innata gioia , incoraggia il suo entusiasmo e agevola la sua fortuna. Il suo bagaglio
professionale, il suo modo di pensare e di vivere può arricchire altre donne, e così
entra a far parte dell’AIDDA, acronimo di Associazione Imprenditrici e Donne
Dirigenti di Azienda, fondata nel 1961 a Torino che rappresenta il punto di
riferimento più autorevole per le donne che assumono ruoli di responsabilità nella
struttura economica italiana. Il primo marzo di quest’anno, Carla Librera, viene
eletta Presidente di Aidda Campania, fortunata? E’ una domanda vecchia quanto il
mondo: siamo noi gli unici artefici del nostro destino o la fortuna e quindi il caso
influiscono direttamente sulla vita? Carla è convita di essere fortunata e si comporta
di conseguenza. E’ una persona rilassata, libera, aperta al mondo, al futuro, e
questo agevola la capacità di vivere situazioni vincenti. Si ritiene testarda, ed è
stata la prima cosa che mi ha detto di se stessa, ma dopo averla ascoltata la sua
testardaggine in realtà è: assertività, tenacia e motivazione. Di lei ho apprezzato
come considera il rapporto con le altre donne, lo ha espresso chiaramente nel suo
discorso di insediamento come Presidente Aidda Campania: “ Noi donne insieme
siamo una forza a condizione che ognuna di noi metta a disposizione le proprie
competenze e le proprie idee; quindi mi aspetto collaborazione e attenzione da parte
di tutte alla vita e alle iniziative dell’associazione sia a livello locale che nazionale e
anche internazionale. Dal mio canto vi assicuro tutto il mio impegno per far crescere
la nostra associazione e credo che questo sia il modo migliore per ringraziarvi della
fiducia accordatami”. Ben si sente rappresentata e ben rappresenta l’AIDDA con i
suoi valori intrinsechi dell’essere donna e che sarebbe l’ora di sostenere, come il
“concetto di cura”, cura del Paese, delle istituzioni, della famiglia, dell’essere umano
e dell’ambiente e cura della sostenibilità, intesa non solo come contrasto ai
cambiamenti climatici, ma contrasto alla povertà sociale, economica, culturale e di
valori.