MOIGE chiede l’immediata chiusura dei canali dei TheBorderline da tutti i social
Comportamenti irresponsabili che mettono a rischio la vita della comunità e che vengono emulati. Affinita: “Chiudere canali pericolosi e dare visibilità a chi condivide contenuti di valore”
Chiudere immediatamente i canali di TheBorderline da tutti i social, e non limitarsi a renderli privati. Questa la posizione del MOIGE – Movimento Italiano Genitori, che ha già presentato formale richiesta, dopo il tragico incidente provocato da un gruppo di youtuber intenti a filmarsi mentre guidavano a bordo di un’auto di alta cilindrata per 50 ore consecutive.
L’incidente ha provocato la morte di un bambino di 5 anni, mentre la mamma di 29 anni e la sorellina di 3 che erano in macchina con lui sono state portate al pronto soccorso in codice rosso.
“In pochi minuti sono state distrutte le vite di molte famiglie, quella coinvolta nell’incidente, che piange una perdita gravissima ed un dolore inimmaginabile, ma anche quelle dei ragazzi a bordo dell’auto, che pensavano di fare una bravata, un video divertente, che avrebbe portato molti follower ai loro canali. – Commenta Antonio Affinita, Direttore Generale del MOIGE – Sicuramente c’è bisogno di una maggiore e migliore educazione civica e stradale, a partire dalle scuole di ogni ordine e grado, ma c’è un altro elemento che non possiamo ignorare. Ancora una volta, dai social parte una challange mortale, una sfida a fare cose pericolose e che costano vite umane. I canali dei TheBorderline vanno chiusi immediatamente, non basta limitarsi a renderli privati come avvenuto su Instagram. Per questo, noi come MOIGE abbiamo già avanzato una richiesta formale. Si tratta di contenuti pericolosi, che spingono altri giovani all’emulazione. I social media, la TV, come ogni altro mezzo di comunicazione in generale possono essere veicolo di valori, informazione, intrattenimento e conoscenza, ma anche una rischiosa cassa di risonanza per contenuti di questo tipo, che condizionano in modo profondamente negativo i nostri ragazzi, in un’età in cui si è facilmente influenzabili, e in cui si crede che per essere accettato socialmente bisogna essere come gli influencer. Per questo, con il nostro Osservatorio Media ogni anno redigiamo ‘Un anno di zapping e di streaming’, una guida ai contenuti mediatici. Non un modo per demonizzare i social o altri mezzi di comunicazione, ma per premiare chi veicola valori etici e sani principi. Ogni anno, infatti, premiamo molti youtuber o canali Instagram”.