COMUNICATO STAMPA N. 1

Al via il 97° Congresso Nazionale della SIDeMaST

Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse 

dal 13 al 16 giugno alla Mostra D’Oltremare a Napoli

“DERMATOLOGI MEDICI SENTINELLA PER GARANTIRE

IL BENESSERE GLOBALE DEI PAZIENTI E COMBATTERE LO STIGMA SOCIALE

LEGATO ALLE MALATTIE DELLA PELLE”

Dermatologi schierati in prima fila per intercettare le patologie cutanee, spia spesso di altre patologie, e per affiancare i pazienti contro lo stigma causato delle malattie visibili sulla cute. Tra i tanti temi sotto i riflettori della “4 giorni” di lavori, oltre alle terapie innovative, l’impatto dell’ambiente sulla cute, le variazioni climatiche, l’inquinamento e la partecipazione degli idrocarburi alla carcinogenesi. Non mancheranno sessioni sulle tecniche avanzate di dermatologia estetica, dermocosmesi del paziente oncologico e sulla gestione delle reazioni cutanee da oncoterapia.

EMBARGO 13 GIUGNO ORE 12.30

Queste giornate di incontro scientifico arrivano a Napoli grazie all’impegno della Prof. Gabriella Fabbrocinirecentemente scomparsa, che avrebbe dovuto guidare la 97esima edizione del Congresso SIDeMaST: “Con la cara e compianta Prof. Gabriella Fabbrocini – spiega la Presidente del congresso Serena Lembo – avevamo disegnato un evento nuovo, vivace e colorato, come la nostra città. Colleghi e aziende hanno collaborato con entusiasmo sin dall’inizio. Ora ci siamo, grazie anche al contributo fondamentale dei colleghi della Clinica Dermatologica dell’Università di Napoli Federico II, e siamo certi che il Congresso della nostra Società, tornato a Napoli dopo 15 anni, sarà motivo di conoscenza, collaborazione e cordialità per la comunità dermatologica italiana, rendendo onore alla figura della Prof. Fabbrocini che ha dedicato la sua vita al benessere dei pazienti e alla diffusione della cultura dermatologica. Non sarà un compito semplice senza di lei, ma il suo ricordo e il suo entusiasmo ci accompagneranno nella buona riuscita di questo evento”.

Napoli, 13 giugno 2023. “La cute è il nostro epitelio di confine: separa gli organi interni dall’ambiente esterno e molto spesso ospita le prime manifestazioni di patologie internistiche. Il dermatologo, dunque, svolge spesso la funzione di sentinella e di regista. Interagisce infatti con l’ematologo quando a partire dal prurito diffuso diagnostica un linfoma, con il gastroenterologo quando il paziente con psoriasi o idrosadenite suppurativa mostra i segni di una patologia infiammatoria cronica intestinale. E ancora, con il reumatologo in caso di artrite reumatoide e anche con lo psichiatra quando il paziente presenta lesioni autoindotte. Il dermatologo è quindi sempre di più un professionista al passo con i tempi, proiettato verso il lavoro di équipe e attento al miglioramento dello stato di salute e benessere globale dei pazienti. Ecco perché l’errata e obsoleta considerazione di medico ‘superficiale’ va ormai sovvertita”.

Con queste parole Serena Lembo, Professore Associato dell’Università degli Studi di Salerno e Presidente, unitamente al team della Dermatologia dell’Università Federico II di Napoli, del 97° Congresso Nazionale SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse presieduta dal Prof. Giuseppe Argenziano, apre le porte alla kermesse dei dermatologi italiani inaugurata oggi a Napoli alla Mostra d’Oltremare. Quattro giorni di lavori, fino al 16 giugno, sulle principali tematiche scientifiche della dermatologia e sulle nuove terapie per contrastare le patologie cutanee.

Ma anche un’occasione per “inaugurare” una nuova stagione della dermatologia italiana: “L’obiettivo della SIDeMaST – sottolinea il neo presidente Giuseppe Argenziano Prof. Ordinario di Dermatologia dell’Università della Campania L. Vanvitelli di Napoli – è quello di riavvicinare la Società alle esigenze dei dermatologi. Vogliamo una Società Scientifica che sia una casa comune per tutte le anime della dermatologia italiana. Dermatologi accademici, ospedalieri, del territorio e di libera professione devono sentirsi rappresentati da una Società forte che funga non solo da fonte di aggiornamento professionale costante, ma anche da punto di riferimento istituzionale per chi si occupa tutti i giorni della salute della pelle”.

Mission dei dermatologi, sottolinea la Presidente del Congresso Serena Lembo, è anche quella di rinsaldare l’alleanza medico-paziente, sostenendo le persone nel combattere lo stigma sociale che spesso accompagna le malattie della pelle: “Quando si affrontano patologie che, essendo visibili a tutti, provocano una sorta di stigmatizzazione sociale che impatta negativamente sulla qualità di vita delle persone, la relazione medico paziente diventa cruciale. Questo è infatti un passo fondamentale per la riuscita del percorso diagnostico-terapeutico. Oggi i dermatologi – prosegue Lembo – sono molto attenti alla qualità della comunicazione con il paziente, alla disponibilità all’ascolto, all’empatia e all’accoglienza. Anche nel caso di patologie che non compromettono la funzionalità o il benessere fisico ma che alterano la percezione del paziente all’interno di un gruppo (es. la vitiligine o l’alopecia areata), il paziente ha bisogno di sentirsi accolto, compreso e supportato, prima di intraprendere ogni terapia, proprio come accade per pazienti cardiopatici od oncologici”.

A dare un supporto alla comunità scientifica ci sono anche terapie sempre più innovative, a partire da quelle contro il melanoma, e non solo: “Nel corso degli ultimi anni – spiega la Professoressa Ketty Peris, Prof. Ordinario di Dermatologia dell’Università Cattolica di Roma, Past President SIDeMaST – abbiamo assistito ad un cambiamento epocale nell’approccio terapeutico di molte patologie dermatologiche immuno-mediate come la psoriasi, la dermatite atopica e l’idrosadenite suppurativa. Un analogo ed eccellente progresso è stato ottenuto nel campo dei tumori cutanei sia melanoma che tumori non-melanoma. I farmaci oggi a disposizione sono in grado di offrire un notevole e rapido beneficio clinico in un’elevata percentuale di pazienti e migliorarne la qualità di vita. La sfida di oggi è quella di poter garantire sempre più una medicina personalizzata e quindi basata sulle caratteristiche genetiche e cliniche del singolo individuo”.

Tra i temi sotto i riflettori dei dermatologi anche l’impatto dell’ambiente sulla superficie cutanea: dalle variazioni climatiche e le relative modifiche fisiologiche e parafisiologiche alle patologie infiammatorie e oncologiche correlate all’inquinamento ambientale. Saranno approfondite tematiche ormai consolidate, come quella della partecipazione degli idrocarburi alla carcinogenesi e all’infiammazione attraverso il recettore arilico (AhR). In una specifica sessione dedicata alle nuove frontiere della ricerca sulle malattie oncologiche e patologie immuno-mediate melanocitarie saranno presentati risultati di studi sull’utilizzo delle reti neurali artificiali per la classificazione delle lesioni melanocitarie e nuovi aspetti genetici e molecolari del melanoma. Anche l’effetto dell’epigenetica sullo sviluppo e la progressione di questo tumore e di alcune immunopatologie melanocitarie sarà affrontato in sessioni appositamente dedicate.

Non mancheranno infine sessioni dedicate al miglioramento dell’aspetto in condizioni fisiologiche (tecniche avanzate di dermatologia estetica) e patologiche (dermocosmesi del paziente oncologico e gestione delle reazioni cutanee da oncoterapia).

COMUNICATO STAMPA N. 2

97° Congresso Nazionale 

 Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse 

 Napoli Mostra D’Oltremare

STRUMENTI DIAGNOSTICI SEMPRE PIU’ SOFISTICATI, NUOVE TERAPIE E PREVENZIONE

QUESTE LE ARMI PER COMBATTERE I TUMORI CUTANEI

Diagnosi precoce grazie a strumenti sempre più sofisticati e non invasivi, nuove terapie e corretti stili di vita da parte di tutti noi sono le armi più efficaci per prevenire i tumori della pelle, in particolare il melanoma. Alla base di una giusta prevenzione c’è sempre la corretta fotoprotezione. Grazie alle numerose ricerche in ambito dermatologico sono stati sviluppati filtri solari su misura per ogni paziente

EMBARGO 13 GIUGNO ORE 12.30

Napoli, 13 giugno 2023. Le conoscenze che abbiamo oggi permettono una corretta diagnosi e gestione dei tumori della pelle, la cui incidenza purtroppo è in continuo aumento. Dettagli sempre nuovi sulla loro patogenesi e presentazione clinica hanno portato allo sviluppo di nuove terapie e tecniche diagnostiche per garantire ai pazienti una diagnosi precoce e una corretta gestione. Ma la prevenzione rimane sempre l’arma principale. E in questo scenario il dermatologo svolge un ruolo determinante: diventa non solo il medico in grado di saper riconoscere queste patologie, ma anche di prevenirle”.

Così Massimiliano Scalvenzi, Direttore della scuola di specializzazione in Dermatologia e Venereologia Università di Napoli Federico II e socio SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse, presieduta dal Prof. Giuseppe Argenziano e riunita in Congresso a Napoli alla Mostra D’Oltremare fino al 16 giugno.

Melanoma e “non-melanoma skin cancer”, in primis il carcinoma basocellulare e il carcinoma spinocellulare, sono le patologie sotto la lente della dermatologia oncologica. Una branca della dermatologia che si occupa di prevenzione, diagnosi precoce e trattamento dei tumori della pelle la cui incidenza è costantemente in aumento: il carcinoma basocellulare è diventato il primo tumore in Italia per incidenza, poiché colpisce 150 persone su 100.000 ogni anno, il melanoma fino a 10 persone su 100.000, con un tasso di mortalità di 5-6 persone su 100.000 ogni anno.

Ma oggi il panorama di opzioni diagnostiche si è ampliato notevolmente, partendo dal semplice esame clinico all’uso del dermatoscopio, uno strumento essenziale nella pratica clinica dermatologica. Inoltre, le tecniche di diagnosi non invasiva a disposizione dei dermatologi sono diventate sempre più sofisticate e precise, tra queste la microscopia confocale in vivo e la Line-field Confocal Optical Coherence Tomography che permettono di diagnosticare la natura benigna o maligna di una lesione cutanea con un’accuratezza simile a quella di un esame istologico ma senza il trauma dovuto alle tecniche chirurgiche. 

Il panorama della prevenzione si è poi arricchito di strumenti in grado di avere una visione accurata di tutte le lesioni cutanee dei pazienti per poter monitorare nel tempo il loro andamento e/o l’eventuale sviluppo. Tra questi ricordiamo il total body mapping e il total body tridimensionale, la cosiddetta Tac dei nei.

Grazie ai progressi della medicina, nell’armamentario terapeutico dei dermatologi ci sono inoltre nuovi farmaci che permettono la gestione di carcinomi cutanei inoperabili e melanomi in stadi avanzati. Nuove conoscenze sulla patogenesi di questi tumori hanno infatti permesso lo sviluppo di terapie sempre più mirate che hanno superato la chemioterapia tradizionale, offrendo, quindi,  eccellenti risultati in termini di efficacia, con ottimi dati anche per quanto riguarda il profilo di sicurezza:“Oggi – prosegue il Prof. Scalvenzi –  abbiamo un ampio ventaglio di opzioni terapeutiche, che spaziano dall’immunoterapia fino alle cosiddette “targeted therapies” che permettono una gestione ottimale di tumori cutanei avanzati, anche metastatici, garantendo ai pazienti una buona qualità di vita assieme ad ottimi risultati in termini di prognosi. Sempre nell’ambito della terapia, la gestione multidisciplinare tra dermatologo, oncologo e chirurgo plastico si è dimostrata spesso l’arma vincente, superando il limite delle conoscenze e abilità del singolo specialista e dimostrando la collaborazione come strategia ottimale per poter seguire il paziente nel suo percorso diagnostico-terapeutico. L’esame clinico dermatologico annuale, con follow-up più ravvicinati in caso di bisogno, rimane comunque l’arma vincente al fine di una corretta prevenzione a cui tutti dovrebbero sottoporsi”.

Cosa possiamo fare per ridurre il rischio di tumori cutaneiLa dott.ssa Alessia Villani, Ricercatrice della Clinica Dermatologica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e membro della SIDeMaST afferma che se da un lato esiste la predisposizione genetica su cui si può intervenire, dall’altro abbiamo molte abitudini del vivere quotidiano che possono essere corrette, adottando in particolare l’abitudine a far uso della fotoprotezione.

L’esposizione solare incontrollata è infatti un fattore di rischio per tutti i tipi di tumori della pelle, e una corretta fotoprotezione è sicuramente alla base di una giusta prevenzione: “Anche in questo ambito – conferma la dottoressa Villani – grazie alle molteplici ricerche in ambito dermatologico e cosmetologico, sono stati sviluppati numerosissimi filtri solari che hanno permesso di realizzare tanti prodotti diversi che offrono ai pazienti una vasta scelta di opzioni. I filtri chimici e fisici rimangono comunque quelli maggiormente utilizzati. Quello che è cambiato, però, è stata l’aggiunta di eventuali fattori protettivi (nicotinammide, vitamine, etc.), la disponibilità di vari livelli di fotoprotezione, nonché l’arricchimento dell’offerta sia con numerose formulazioni e metodi di somministrazione (spray, creme, resistenza all’acqua, etc.) sia con prodotti specifici per tutti i tipi di pelle (foto danneggiata, acneica, rosaceiforme, etc.). Tutto questo ha permesso di arrivare ad avere un solare su misura per ogni paziente. Anche qui, quindi, il ruolo del dermatologo nel corretto inquadramento del solare da utilizzare è diventato prioritario”.

COMUNICATO STAMPA N. 3 

ALOPECIA AREATA ANDROGENETICA E DA CHEMIOTERAPIA

DERMATOLOGI IN PRIMA LINEA CONTRO LE PATOLOGIE DEL CUOIO CAPELLUTO 

CHE METTONO IN CRISI ANCHE LE DONNE

Terapie innovative e novità nella cura delle varie forme di alopecia – areata e androgenetica – molto diffuse anche tra le donne.  Sono queste alcune delle principali tematiche del 97esimo congresso della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST). Centrale la figura del Dermatologo che da sempre svolge un ruolo chiave nella gestione delle patologie degli annessi, vale a dire unghie e capelli

EMBARGO 14 GIUGNO ORE 9

Napoli, 14 giugno 2023. Farmaci biologici per l’alopecia areata, una delle più comuni malattie autoimmuni che, nelle forme gravi, porta alla completa perdita dei capelli e interessa il 2% della popolazione generale, vale a dire 1 paziente su 85, in particolare giovani entro i 30 anni. E poi terapie innovative di medicina rigenerativa per il follicolo pilifero – indicate soprattutto per l’alopecia androgenetica, che colpisce circa 4 milioni di donne italiane – e per la caduta di capelli stagionale o legata a fattori scatenanti: tra questi il parto, le diete, gli interventi chirurgici e le infezioni come il Covid. 

Questi sono solo alcuni dei temi sotto i riflettori del 97esimo Congresso della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST) in corso a Napoli. Un’occasione per ribadire il ruolo chiave del Dermatologo nella gestione delle patologie degli annessi, vale a dire unghie e capelli: “È un settore esistente da sempre in Medicina che però oggi ha bisogno di essere consolidato e associato alla figura dello Specialista in Dermatologia, soprattutto in onore delle tantissime novità terapeutiche” spiega Giuseppe Argenziano, Presidente SIDeMaST.

Le nuove tecniche diagnostiche non invasive per lo studio delle patologie del cuoio capelluto sono infatti al centro della kermesse napoletana: grazie alla videodermatoscopia e alla microscopia confocale oggi è possibile offrire una diagnosi specifica ai pazienti per garantire loro terapie personalizzate. Ma il Congresso dedica focus anche alle tossicità dermatologiche legate alle oncoterapie, per approfondire e aggiornare le cure contro l’alopecia dei pazienti oncologici.  Grande attenzione è dedicata infine alla medicina rigenerativa per il trattamento della calvizie e del telogen effluvium di varia natura e post-CovidTali tecniche sono l’ultima frontiera della dermatologia: stimolano infatti, a seconda del procedimento, il follicolo favorendo un aumento della densità e del numero dei capelli e riducendone in modo significativo la caduta.

L’Alopecia areata colpisce circa il 2% della popolazione, 147 milioni di persone nel mondo. Considerata ancora un tabù, crea gravi disagi a chi ne è affetto. Può presentarsi in varie forme e diversi livelli di gravità, da una a più chiazze completamente prive di capelli fino alla caduta di tutti i capelli e dei peli del corpo: “L’alopecia areata è una malattia autoimmune che interessa potenzialmente tutti i follicoli piliferi presenti sul tegumento cutaneo, esitando così in alopecia totale ed universale, che consistono nella perdita di tutti i capelli ed i peli del soma, con grave disagio psicologico. Pertanto in tale patologia si associano sia alterazioni immunitarie sia, nel 75% dei pazienti, dei gravi disturbi psicologici” sottolinea Prof.ssa Bianca Maria Piraccini, Professoressa ordinaria e Direttrice dell’Unità Complessa Dermatologia – Alma MaterStudiorum – Università di Bologna e responsabile scientifico del Corso SIDeMaST “Terapie innovative in tricologia”.

I circuiti alla base dell’alopecia areata sono le vie di trasduzione JAK/STAT, in particolare JAK 1 e JAK 2 – spiega il Prof Alfredo Rossi, Professore Associato – U.O.C. di Dermatologia Centro per lo studio sulla fisiopatologia degli Annessi Cutanei Sapienza Università di Roma e membro della SIDeMaST – questo nuovo dato patogenetico ha dato il via ad approcci terapeutici dedicati a questa malattia come il Baricitinib, un inibitore orale di Janus Chinasi (JAK), approvato dall’Ema per l’alopecia areata nel luglio del 2022. Questa conquista terapeutica metterà il clinico nella condizione di poter guarire un maggior numero di pazienti e soprattutto disporre di un farmaco prescrivibile per tale malattia”.

Inoltre, aggiunge la Dott.ssa Mariateresa Cantellimembro della SIDeMaST e Ricercatrice dell’Università Federico II di Napoli dove è responsabile dell’ambulatorio di Tricologia insieme alla Dott.ssa Paola Nappa (Dirigente medico dell’Università Federico II di Napoli e membro della SIDeMaST): “I primi mesi di trattamento con Baricitinib ci hanno dato grande speranza, grazie ad un buon profilo di tollerabilità e ad una buona risposta clinica del farmaco”.

Le patologie del cuoio capelluto mettono in crisi anche le donne. L’alopecia androgenetica, cioè la progressiva perdita dei capelli, generalmente collegata nell’immaginario collettivo al sesso maschile, oggi è infatti molto diffusa anche tra il sesso femminile. Le italiane che ne soffrono – con pesantissime ripercussioni psicologiche – sono circa 4 milioni, circa il 13% della popolazione femminile. La sua comparsa è dovuta a una ipersensibilità dei follicoli piliferi agli ormoni androgeni o a disturbi dell’equilibrio ormonale, in particolare alla variazione del livello degli estrogeni e degli androgeni. Per questo si manifesta soprattutto in menopausa – quando si abbassa il livello degli estrogeni – ma può fare il suo esordio anche in altre fasce di età: “L’alopecia androgenetica può spaventare, soprattutto una donna – spiega la dott.ssa Cantelli– e può avere un impatto psicologico anche molto importante. Nella donna può essere curata e contrastata con una terapia ad hoc. Esistono poi diverse tecniche innovative che possono stimolare i capelli in accompagnamento alle terapie sistemiche e supportare l’attivazione del follicolo pilo-sebaceo e la ricrescita dei capelli”.

COMUNICATO STAMPA N. 4

È BOOM DEI TRATTAMENTI DI DERMATOLOGIA ESTETICA:

AUMENTO DELLE RICHIESTE DEL 130 PER CENTO RISPETTO AL 2020

I dermatologi SIDeMaST: affidatevi agli esperti

Sempre più richiesti i trattamenti di esfoliazione profonda della cute, anti-aging, autotrapianto dei bulbi piliferi e filler. I vertici della Società mettono in guardia contro figure improvvisate o non autorizzate. Nella valutazione dell’idoneità del paziente alle cure, da non trascurare l’aspetto psicologico soprattutto dei teenagers ossessionati dai social. Le più richieste sono la cura degli esiti dell’acne, la rimozione dei peli superflui o delle smagliature, interventi anti-cellulite, quelli  per rimpolpare le labbra e i rinofiller.

EMBARGO 15 GIUGNO ORE 9

Napoli, 15 giugno 2023. Negli ultimi anni assistiamo ad un vero boom dei trattamenti di medicina e chirurgia estetica nel nostro Paese e la richiesta è in continuo aumento; ma non essendoci una regolamentazione precisa in materia, il rischio è quello di imbattersi in figure professionali improvvisate o addirittura non autorizzate.

Un “Far West” che tra “abusivi”, e persino “fai da te”, può avere serie conseguenze per il paziente.

Per questo motivo, la Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST) – riunita in occasione del 97° Congresso Nazionale, in corso a Napoli fino al 16 giugno – punta sulla formazione di dermatologi e mediciL’obiettivoè dotare gli esperti di tutti gli strumenti per assicurare il benessere del paziente. Ma non solo, per la SIDeMaST occorre prestare particolare attenzione anche alla valutazione psicologica dei candidati al trattamento estetico, soprattutto quando si tratta di ragazzi e donne, sempre più ossessionati dai canoni di bellezza imposti dai social.

Secondo le stime ufficiali attualmente a disposizione i trattamenti di medicina e chirurgia estetica sono aumentati almeno del 20% nell’ultimo anno; inoltre si stima che le richieste siano cresciute del 67% rispetto al 2019 e addirittura del 130% rispetto al 2020 (dati SICPRE). Condizioni di vita meno confortevoli, l’avvento dello smart working e la maggior sedentarietà hanno portato molte persone a riflettere sulla propria attuale condizione fisica e a far ricorso a delle “tecniche migliorative”. I trattamenti più gettonati vanno dalla esfoliazione profonda della cute all’autotrapianto dei bulbi piliferi, fino ai richiestissimi filler di acido ialuronico, alla tossina botulinica, ai peeling chimici e ai fili di trazione

Formare dermatologi e medici preparati e coscienziosi, fornendo loro nozioni e occasioni di approfondimento deve essere missione imprescindibile di SIDeMaST – spiega la dott.ssa Maria Carmela Annunziata, Dirigente Medico presso la UOC di Dermatologia Clinica della Federico II di Napoli e Membro della SIDeMaST. La medicina estetica è finalizzata al raggiungimento e al mantenimento della salute intesa come benessere psicologico e fisico; nella società contemporanea l’immagine costituisce un elemento fondamentale per rapportarsi agli altri e pertanto necessita di cure e cura. È evidente che soltanto un approccio clinico può garantire non solo l’efficacia, ma soprattutto l’adeguatezza dei diversi interventi nel rispetto e salvaguardia del paziente”.

La valutazione dell’aspetto psicologico e psicopatologico è una tappa fondamentale e vincolante all’inizio del percorso dermocorrettivo in quanto disturbi psicologici quali ad esempio i dismorfismi corporei sono sempre più frequenti nell’era dei social.Accertare l’idoneità del paziente ai trattamenti risulta quindi di importanza vitale per il conseguimento del suo benessere psicofisico. Questo aspetto va approfondito in particolare nei pazienti più giovani: uno studio* rivela che in Italia il 73% delle adolescenti italiane ha ammesso di aver fatto ricorso a qualche forma di trattamento estetico.  Tra i più richiesti quelli per le cicatrici da acne, la rimozione dei peli superflui o delle smagliature; ancora i trattamenti anti-cellulite, quelli per rimpolpare le labbra e i rinofiller. “I trattamenti estetici non sono certamente una novità – spiega la dott.ssa Maria Pia De Padova, coordinatrice del Gruppo SIDeMaST di Dermatologia estetica – ma se prima rappresentavano una risorsa per la popolazione più adulta che voleva migliorarsi e apparire sempre al meglio e per quanti volevano correggere i propri difetti fisici, a volte condizionanti, oggi sempre più giovani e in particolar modo i giovanissimi vogliono sentirsi al passo con i look ‘social’, omologandosi ai propri coetanei e a un ideale estetico standardizzato dai social media”.

È fondamentale dunque da un lato saper correttamente indirizzare i pazienti verso i trattamenti più idonei a valorizzare le loro caratteristiche ed eventualmente a correggere le loro imperfezioni e dall’altro lato formare, aggiornare e perfezionare i medici, in particolare i dermatologi, sulle tecniche più all’avanguardia e che possano appieno soddisfare le aspettative dei pazienti. “A questo – conclude la dottoressa De Padova – si unisce, in particolare per i più giovani, l’idealizzazione della bellezza e la convinzione diffusa che il successo nella vita sia in qualche modo intrecciato con gli attributi fisici. Diventa dunque fondamentale valutare come adeguate le procedure di interventi estetici eseguiti nell’interesse della salute e dell’equilibrio psicologico del paziente. Non sono ad esempio incoraggiabili tutte le procedure volte al raggiungimento della bellezza ideale, all’alterazione dei propri tratti etnici che possono successivamente causare vere e proprie crisi di identità”.

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