Napoli si aggiudica lo scudetto con… quota 100

Il Napoli  vince lo scudetto con quota 100. Che è tutt’altra cosa riguardo a ciò che intendeva il decreto del 2019 che consentiva di anticipare il pensionamento ai lavoratori con almeno 62 anni di anni e 38 di contributi. Il Napoli lo vince con 97 anni di anzianità + 3 scudetti. E’ un risultato che ripaga il lungo tempo atteso. Arriverà da Udine o dal Maradona domenica, una cosa è certa: il Napoli conquista sul campo il suo terzo scudetto, senza se e senza ma. Con merito. Un valore che per il popolo napoletano assume un significato non solo sportivo ma anche di grande rilevanza sociale. Ne parliamo con Luigi Santini, professore emerito di Chirurgia generale, storico tifoso del Napoli. 

Professore, che valore ha questa vittoria? “La Società Calcio Napoli è da anni nell’élite del calcio italiano ed europeo, pur non essendo riuscita nell’intento di conquistare l’agognato traguardo, ma sfiorandolo. Sempre appannaggio delle forti compagini del Nord Italia, finalmente viene conquistato da una squadra del Sud, con unanimi consensi per il valore e la qualità del gioco espresso durante tutto il campionato”.

E’ stato sempre convinto di questo traguardo? “Era veramente difficile ipotizzare questo successo dopo una grande rivoluzione che ha comportato l’addio di giocatori veri di rango del calibro di Insigne, Mertens, Kulibaly, Fabian Ruiz e Ospina. L’arrivo dei nuovi acquisti, per lo più poco conosciuti, sembrava solo l’inizio di un altro ciclo e non lasciava intravedere la possibilità di un immediato successo. Abbiamo quindi affrontato questo torneo senza il favore dei pronostici e tutto questo ha contribuito a farci vivere una gioia quasi insperata, mista a grande stupore”.

Merito anche di una gestione oculata, che ne pensa? “Quella che sembrava solo un’operazione contabile per risistemare il bilancio, non appariva certo come il presupposto di una grande vittoria, che in genere si insegue con l’impiego di ulteriori risorse finanziare per gli investimenti e non tagliando le spese. E’ stato un capolavoro gestionale del presidente, Aurelio de Laurentis che ha saputo coniugare le esigenze economiche con l’acquisto di nuovi e giovani talenti, umili e motivati. Non meno significativi i meriti del direttore sportivo, Cristiano Giuntoli, scopritore di autentici fuoriclasse come Kvaratskhelia e Kim Min-Jae che non hanno fatto rimpiangere le assenze di chi aveva deciso di lasciare la squadra. Ugualmente si può dire della valorizzazione di grandi talenti come Oliveira, Simeone, Raspadori, Dombelé e Ostigard”.

Sul campo ci ha pensato Spalletti “Questo nuovo e giovane gruppo è stato affidato alle sapienti cure di uno stratega che ha compiuto un vero miracolo, creando un’intesa forte tra tutti i giocatori e trovando gli schemi di gioco più adatti alle loro caratteristiche. Siamo rimasti stupiti ammirando la bravura del collettivo che ha esaltato le prodezze di Osimhen e Kvatatskhelia, la superba regia di Lobotka, l’insuperabile difesa comandata da Meret e il trascinatore Di Lorenzo, grande capitano, sempre presente. Al di là delle valutazioni tecniche che sono l’espressione del valore assoluto di Spalletti, vero maestro di calcio, ha colpito molto anche lo spirito della squadra con i giocatori sempre pronti a sostenere il compagno in difficoltà e a rincuorarlo dopo un eventuale errore”.

E uno dei momenti più esaltanti? “Tra le immagini che più restano impresse ricordo l’immagine di Zielinski che, dopo il gol di Raspadori a Torino, si è lasciato cadere a terra, sdraiato per la consapevolezza di aver finalmente raggiunto l’obiettivo tanto agognato e già sfiorato nel 2018 sempre sul campo nella città della Mole contro la Juventus all’epoca di Maurizio Sarri”.

Il sogno alla fine si avvera.“Si avvera raggiungendo un altro traguardo, pensando alla cabala ma anche …alla pensione. Com’è noto, i napoletani sono molto affezionati alla cabala. In questo straordinario campionato la società Calcio Napoli raggiunge un traguardo importante che si racchiude in tre numeri: 97 anni di anzianità + 3 scudetti = quota 100.

Francesca Pagano

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