VOLEVO SOLO FARE IL RAPPER
Di Laura Caico
Mors tua, vita mea. Quante volte una disavventura altrui può tornare a nostro beneficio e offrire occasioni inaspettate! Questo il fil rouge che lega il percorso professionale del produttore artistico Marco de Antoniis organizzatore di concerti e spettacoli teatrali, editore e autore musicale da più di trent’anni, che esordisce nel mondo degli scrittori con la sua opera prima “Volevo solo fare il rapper” (ma a trent’anni ho capito di essere un astronauta) edito dall’Associazione culturale Emozioni: il libro è stato presentato “mentre fuori piove” dall’autore e dalla giornalista Roberta Ammendola nel corso di un simpatico incontro al Teatro Diana alla presenza dei titolari, l’impresario Lucio Mirra con la figlia Claudia, dell’ufficio stampa del teatro Pierluigi Ferrillo e di un pubblico intervenuto numeroso malgrado le intemperie meteo.
Il testo racchiude la parabola dell’esistenza artistica dell’autore, iniziata in età giovanissima nel mondo dello spettacolo: infatti il giovane producer romano spiega, con dovizia di particolari, come sia nata casualmente la sua collaborazione – sia in Italia che all’estero – con i più importanti artisti del panorama musicale italiano.
“In molti mi chiedono come sono diventato “l’unità carbonio” di oggi. Troppo lungo da spiegare e allora provo a raccontarlo in questo libro di avventure dal quale si capisce che con un po’ di incoscienza, con tanta determinazione, talento, e soprattutto tanta, tanta ma tanta fortuna, si possono raggiungere traguardi mai nemmeno lontanamente sperati” – dichiara il protagonista dell’incontro, brillantemente moderato dalla giornalista Roberta Ammendola, napoletana doc e noto volto televisivo, che fatica non poco a trattenere il fiume in piena di De Antoniis, pronto a svelare tutti i retroscena più intriganti della sua vita e a “sciupare la sorpresa” di chi deve leggere la sua prima fatica letteraria.
Il volumetto, ricco di aneddoti, si suddivide in 14 capitoli: Le radici, L’incompreso, I conti con l’adolescenza, Mio padre e il rap, E’ arrivato il momento di rimboccarsi le maniche, Non mollo il rap, il rap molla me, Barcollo ma non mollo, Il battesimo del fuoco, Cambio di barricata, In prima linea, Sei tu il biondo? Il rap non muore mai, Un’idea giovane, Musica maestro. Nato in una ventina di giorni, il libro è stato scritto di getto in base a una potente ispirazione che ha costretto l’autore a “tirare fuori” tante cose, emozioni, sentimenti e idee che si erano sedimentate dentro di lui: in particolar modo De Antoniis ama soffermarsi sulle circostanze favorevoli per sfondare nel mondo della musica leggera che il destino gli ha riservato, non nascondendo che la fortuna gli sia stata amica in più di un’occasione e come dal nulla, da fatti improvvisi, da accadimenti imprevisti siano nate poi delle circostanze molto positive per la sua vita, a cui hanno apportato innegabilmente un notevole beneficio.
Dalla prefazione del libro si apprende, infine, che De Antoniis “ha sempre lavorato con la grande determinazione che caratterizza il suo carattere: una determinazione che gli ha permesso di ottenere traguardi importanti nei Progetti in cui si è cimentato e ancora oggi continua a realizzare grandi risultati nel campo della produzione artistica”.
Fra i tanti ruoli ricoperti nei suoi “primi 30 anni”, quello che gli piace rivendicare più volentieri è quello di “deus ex macchina” dietro le quinte dei teatri dove coordina con mano ferma il buon andamento degli spettacoli a lui affidati da tanti nomi importanti della musica leggera italiana e straniera: questa attività l’ha portato a girare il mondo, come si evince dal caleidoscopio di viaggi, spostamenti e tournèe di cui informa – con ritmo scoppiettante e grande simpatia – il nutrito gruppo di ascoltatori riunitisi nel Teatro Diana che lo applaudono ripetutamente.

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